Rosario Crocetta continua a difendersi «Dallo shock stragista alla denigrazione»

Una lettera annunciata via Facebook. Forse l’annuncio delle dimissioni? No. Una lunga nota nella quale il governatore Rosario Crocetta si difende dalle aspre polemiche che lo hanno travolto dopo la pubblicazione della presunta intercettazione con l’allora primario dell’ospedale Villa Sofia, Matteo Tutino. «Il mio medico lo frequentavo in quanto medico e non sono il solo cittadino palermitano che si sia rivolto alle cure del medesimo», scrive il governatore. Che specifica: «D’altra parte essendo diabetico, andavo nel suo studio almeno ogni 15 giorni». E rivela che anche l’ex presidente Totò Cuffaro sarebbe stato un paziente del professionista. 

«La circostanza che Tutino abbia detto quella frase su Lucia Borsellino è smentita da tutte le procure siciliane», attacca Crocetta riferendosi all’ormai celebre intercettazione pubblicata dal settimanale L’Espresso e che vedrebbe protagonista l’ex assessora alla Sanità. Lucia Borsellino «va fermata, fatta fuori. Come suo padre», avrebbe detto il medico. «Che quella frase io l’abbia mai sentita non è stato neppure esplicitato da l’Espresso. E così dopo lo shock stragista, si passa ai sottili argomenti della denigrazione umana e politica». E prosegue: «La foto di Tutino in prima pagina che mostra i suoi muscoli – chissà forse sono amanti? – per un gay l’accusa ci sta; solo che Tutino è eterosessuale, persino machista». 

L’analisi si sposta poi sulla vicenda della nomina dei manager della sanità. «Chiunque può sognare persino di condizionare le mie scelte, ma rimangono sogni, castelli in aria». Il governatore spiega come è stata effettuata la selezione dei 38 aspiranti dirigenti. Viene nominata una commissione esterna che fa una selezione, non vincolante. «Con Lucia decidiamo di attenerci rigorosamente ai risultati della commissione e persino di restringere i criteri di selezione, escludendo dall’attribuzione dell’incarico tutti coloro che avevano ricoperto incarichi manageriali precedenti – precisa – per dare un segno di discontinuità, salvo un paio di eccezioni derivate dalla supervalutazione della segreteria tecnica dell’assessorato». Escluso anche chi veniva dalla sanità privata o aveva performance negative e chi non aveva titoli. «Alla fine i manager nominabili erano rimasti in 22». «Può essere accaduto che qualcuno si sia rivolto inutilmente e persino stupidamente a tanti, magari non intercettati, e anche al mio medico ritenendo che questi potesse condizionarmi», concede il governatore. «Il Crocetta presidente, che non ascolta le sirene di alcuno, è improvvisamente nel gioco surreale degli inganni, dopo essere stato accusato di agire per due anni e mezzo in totale autonomia, diventa prigioniero del cerchio magico di potere del suo medico».

«Nessuno può pensare che io abbia tradito Lucia Borsellino, per non avere riferito i desiderata di tanti – tuona Rosario Crocetta – segno chiaro invece che non intendevo affatto tradirla poiché delle tante sollecitazioni pervenute, e sicuramente non dal mio medico, non ne abbiamo tenuto conto né io né lei. Le ho considerate parole al vento che hanno persino determinato scontri violentissimi causati da soggetti che non sono stati accontentati». Il governatore si dice estraneo alle dinamiche della sanità. «Ho persino difficoltà nel curarmi poiché non conosco neppure i medici a Palermo».

Il presidente passa poi all’elenco delle azioni intraprese nel corso del suo governo. «Non ho commesso reati, non sono influenzabile da alcuno, ho denunciato miliardi di malaffare, ho destituito dirigenti inquisiti per corruzione, ne ho persino denunciati diversi, ho abbassato gli stipendi dei dirigenti riportandoli al minimo in Italia e poi il resto verrà spiegato in assemblea», anticipa riferendosi al passaggio in aula previsto per domani.

«Si vuole ridere sui miei privatissimi rapporti che non determinano alcuna scelta pubblica? Mi si vuole continuare a denigrare? – chiede – Lo si continui a fare pure, solo che oggi per effetto di questa campagna infame io ho ricevuto una lettera anonima dove c’è scritto “Perché non si uccide lei?”. Chi mi risarcirà di tutto questo, chi risarcirà la Regione e il popolo siciliano dell’ennesima ignominia fabbricata da menti perfide interessate solo al malaffare». 

«Prendano pure le distanze tutti – commenta Rosario Crocetta – Nel dubbio ci si creda e nel dubbio ognuno pensi a salvare le proprie carriere per dire di essere estraneo al “cerchio magico” di Crocetta e nel frattempo non comprovare di essere nel cerchio magico dei potentati veri, quelli che rubano i soldi dei siciliani. Si continui così, uccidendo secondo per secondo un uomo colpevole di voler tagliare il malaffare. Lo si faccia fino in fondo per ragioni anche “nobili” legate alla ragione di Stato. Si vada avanti. Si costruiscano pure altri falsi dossier e li si pubblichi pure». Però, avvisa, «prima o poi i responsabili veri di questa montagna di menzogne saranno scoperti e la vergognosa ignominia di cui oggi io sono vittima si ritorcerà contro i carnefici, contro coloro che hanno armato quelle mani e contro coloro che per vigliaccheria, per compiacenza, per bieco interesse politico, la pistola dalle mani degli assassini, non l’hanno voluta togliere. Si vergognino difronte alla loro coscienza, ai loro familiari, difronte alla storia, difronte al popolo italiano e siciliano».


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