Un appello al confronto dal presidente di Confcommercio Palermo all'amministrazione comunale sugli ultimi provvedimenti adottati. Per il numero uno dell'associazione «l'impostazione va sicuramente rivista: se non saremo ascoltati sarà un peccato perché riteniamo che le nostre siano buone idee»
Ztl e movida, la rivoluzione che non convince Di Dio: «Serve dialogo e una visione globale»
«Una rivisitazione del progetto città può esser portata avanti in maniera più complessiva e articolata di quanto forse più semplicisticamente è stato fino ad ora». Non usa mezzi termini la presidente di Confcommercio Palermo Patrizia Di Dio tracciando un bilancio dei provvedimenti adottati dall’amministrazione comunale negli ultimi mesi e degli effetti sulla realtà imprenditoriale della città. L’occasione il secondo Forum Terziario Donna Confcommercio “Donne motore della ripresa”, che è in corso a Palermo, alle Terrazze di Mondello. Dalle aree pedonali alle Ztl, dalle misure sulla movida ai lavori del tram e della metro, Di Dio riconosce gli sforzi fatti dal Comune per traghettare il capoluogo siciliano nel nuovo millennio, all’altezza delle principali capitali europee. Ma pur ammettendo la necessità di «avere progetti di prospettiva ampi», come nel caso del percorso arabo-normanno, sottolinea come l’idea di puntare al turismo «debba prevedere necessariamente una progettazione globale e complessiva, che non può essere quella del passato, anche da un punto di vista di mobilità e di servizi pubblici».
Secondo il numero uno di Confcommercio, Sala della Lapidi deve sapere che qualsiasi provvedimento comporta a cascata una serie di conseguenze. Da qui la necessità di un «progetto per la città più complesso e articolato» lontano dai soliti spot, come nel caso recentissimo delle Ztl. «L’idea in sé non è da bocciare – prosegue – ma andava sviluppata in maniera più articolata. Le nostre imprese, infatti, in queste aree pensate soprattutto per i turisti e per i cittadini, non possono chiedere l’uso del suolo pubblico. A questo punto sarebbe stato molto meglio istituire isole pedonali». Anche sulla movida qualcosa non è andato per il verso giusto: «Anche lì c’è stata un po’ di confusione nell’adottare dei provvedimenti senza aver comunque definito alcuni dettagli. Sicuramente la qualità della vita della città è imprescindibile e viene prima ancora delle imprese ma bisogna anche dare la possibilità alle aziende di portare avanti attività legittime». Per Di Dio se c’è un problema di movida è solo nel cuore di Palermo. «Prevedere delle limitazioni in maniera livellante su tutta la città perché c’è una problema solo in una zona non è una soluzione». Ad ogni modo il dialogo con il Comune è buono e non mai venuto meno ma forse c’è stata «un‘accelerazione ed è mancata una visione unitaria. L’impostazione va sicuramente rivista e noi in questi siamo pronti a dare un contributo. Se non saremo ascoltati sarà un peccato perché riteniamo che le nostre siano buone idee».
Infine, la presa di posizione durissima dopo i pesanti attacchi di ieri di Maurizio Calaciura, il presidente regionale e nazionale di Ancra Sicilia, che in comunicato ha denunciato «l’immobilismo all’interno di Confcommercio» dopo l’uscita di scena dell’ex presidente Roberto Helg, a seguito delle note vicende giudiziarie. «Il cambio di marcia – ha scritto ieri nella nota Calaciura – avrebbe dovuto garantire una collocazione territoriale e ambientale quanto mai significativa per l’intera Confederazione, mentre a oggi invece ci si accorge che il vecchio ha soltanto cambiato abito». E ancora: «Sono stati fatti fuori gli scomodi, ma gattopardianamente parlando, nulla è cambiato, anche per le partecipate e controllate di Confcommercio Palermo». Per tutta risposta Confcommercio promette battaglia legale e la richiesta dei risarcimenti dei danni perché «non si può più permettere di gettare fango su Confcommercio che in questo momento esprime qualità, legalità ed etica. Queste pesanti affermazioni saranno perseguite nelle sede competenti, non la passeranno liscia. Ora basta, non si può dire che non siamo in discontinuità con Helg. Questi attacchi arrivano da chi è rimasto fuori da questo sistema. Vuol dire che questo nuovo corso è scomodo – conclude -, che diamo fastidio a qualcuno».