Una Zona economica speciale unica per il Mezzogiorno, invece delle attuali otto, che comprenda i territori di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Istituzione prevista dal primo gennaio 2024. Questa una delle novità emerse dopo il consiglio dei ministri di ieri come ha detto il ministro per le politiche europee il Sud […]
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Una Zona economica speciale unica per tutto il Mezzogiorno. Il piano del governo con il nuovo decreto
Una Zona economica speciale unica per il Mezzogiorno, invece delle attuali otto, che comprenda i territori di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Istituzione prevista dal primo gennaio 2024. Questa una delle novità emerse dopo il consiglio dei ministri di ieri come ha detto il ministro per le politiche europee il Sud e il Pnrr Raffaele Fitto illustrando in conferenza stampa i contenuti del decreto legge approvato dal Cdm che prevede «disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione e per il rilancio dell’economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese».
«Con il decreto si introduce anche un nuovo sistema di governance della Zes unica – si legge in un comunicato stampa – confermando la previsione di una cabina di regia istituita presso la presidenza del consiglio dei ministri alla quale sono attribuite funzioni di indirizzo, coordinamento, vigilanza e monitoraggio. La struttura dovrà fornire supporto all’autorità politica delegata in materia di Zes per l’esercizio delle funzioni di indirizzo e coordinamento dell’azione strategica del governo e di predisposizione e aggiornamento del Piano strategico Zes e delle attività necessarie a prevenire tentativi di infiltrazione da parte della criminalità organizzata».
All’interno dell’area Zes, le aziende già operative e quelle che si insedieranno potranno beneficiare di diverse tipologie di vantaggi e speciali condizioni, quali la previsione di un’autorizzazione unica per l’avvio delle attività produttive e il riconoscimento, fino al 2026, di un credito d’imposta nella misura massima consentita dalla Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027 per l’acquisizione dei beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive.