Da Braccio di ferro a Topolino, da Hulk a Naruto fino a Superman. Sono le maschere di Pirandello in chiave supereroica protagoniste del manifesto di Etna Comics 2024 disegnato da ZeroCalcare. «Anche io ho maschere che mi hanno permesso di stare con due piedi in cento scarpe – esordisce il fumettista Michele Rech – Ho pensato che, prima o poi, sarebbero crollate. E allora, come quando ti fermato le guardie e ti chiedono di tirare fuori ciò che non vuoi che trovino, ho deciso di levarmele io prima che cadessero da sole». Sul palco de Le Ciminiere anche l’illustratrice Ester Cardella che ha realizzato la copertina variant del manifesto, il presidente emerito del Centro studi pirandelliani Stefano Milioto e il direttore di Etna Comics Antonio Mannino.
«Quando porti una maschera – continua ZeroCalcare – porti anche il peso di quello che ci sta dietro. Per questo, a un certo punto, ho cercato di rappresentarmi come una cosa sfaccettata, ma con armonia e senza rinnegare gli altri percorsi precedenti». Un punto di vista di fronte al quale, come ha confermato il presidente del Centro studi, «anche lo stesso Pirandello avrebbe applaudito. Del resto – spiega Milioto – la maschera nasce da un processo di osservazione della realtà e di pensiero che ne consegue». Tutto sta nel passaggio dell’individuo da persona a personaggio. «Ognuno di noi è una persona che non si accorge di vivere. Cominciamo a vederci vivere quando qualcosa accade – continua – Quando al vedersi vivere si sostituisce il sentirsi vivere, ci accorgiamo di come siamo fatti e che viviamo in relazioni con gli altri: ciascuno si fa un’opinione su di noi».
Nasce da qui la consapevolezza di non avere un’identità unica, «la frantumazione dell’io che prima credevamo indivisibile», conclude il presidente del Centro studi pirandelliani che lancia a ZeroCalcare la sfida di trasformare in fumetto Uno, nessuno e centomila. Sfida accolta dal fumettista che, nel corso dell’incontro moderato da Riccardo Corbò, ricorda ancora come e quando nacque il suo rapporto con Pirandello: «Da quando a scuola mi spiegarono la storia della vecchia imbellettata (contenuta nel saggio L’umorismo) ci ripenso spesso. Mi colpì molto la svolta di chi ride ma poi si pente appena si rende conto».
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