L'esonero di Beppe Iachini, giunto come un fulmine a ciel sereno dopo la vittoria casalinga contro il Chievo è solo l'ultimo dei colpi di testa di un presidente che pare avere innato l'istinto di mangia allenatori. Altro giro altra corsa con un tecnico che ha già provato l'ira del patron friulano
Zamparini, killer seriale di panchine traballanti Corsi e ricorsi da Devis Mangia a Davide Ballardini
Come Devis Mangia anche Beppe Iachini lascia dopo un risultato utile. Non sarà l’ultimo sulla panchina del Palermo. Analogia ulteriore che lega l’ormai ex tecnico dei rosanero a Mangia, per coincidenza o scherzo della sorte: anche Iachini provò ad esorcizzare con una battuta lo spettro dell’esonero. «Adesso mi posso dimettere» ha detto dopo aver vinto contro il Chievo. Mangia aveva, invece, scherzato mangiando un panettone alla faccia di quanti sostenevano che la sua esperienza nel club di Viale del Fante non sarebbe durata fino a Natale. Perché con Zamparini si può anche perdere in serie, ma l’esonero rimane un rito sacro su cui non può scendere alcun alito profano di leggerezza.
Lo terrà sicuramente a mente Davide Ballardini, uno che torna al Barbera per vincere. Uno che non ama scherzare e che non si leva gli occhiali da sole neanche sotto la doccia. Figurarsi le battute. Ballardini sa, del resto, che non c’è regola certa. Sotto la scure del presidente friulano sono caduti Guidolin, che Zamparini trovava «stressato», e Baldini terzo in B, reo di aver attaccato il presidente a mezzo stampa. Zenga era andato in giro a dire che puntava allo scudetto, ma non ci fu misericordia neanche per l’utopia. Nell’era recente Pioli fu salutato dopo la Coppa Italia, e Gasperini non venne risparmiato per il suo glorioso passato di ala destra rosanero degli anni ottanta. Sannino e Gattuso solo gli esoneri più recenti prima di Iachini. Non c’è controprova del resto. Gira la favola di rifiuti eccellenti a venire a Palermo ad allenare. Il fattore rischio esonero sarebbe addirittura decisivo. Non ne posso cambiare undici ne devo cambiare uno. Questa la filosofia ruvida e semplice.
Zamparini il killer seriale di panchine traballanti. L’unico che può battere Rosario Crocetta in termini di turn over e sostituzioni. Se provassimo a fargli gestire il governo della Regione, di questo passo, sarebbe una ecatombe. Domenica quasi quasi c’era rimasto male l’uomo delle statistiche, quello abilitato a gufare per il mestiere, serissimo nel calcio di oggi, di aggiornare numeri cifre dati ed album dei calciatori. Cogliere l’attimo è mestiere per duri al giorno d’oggi. I numeri hanno un’anima ci hanno spiegato. In questo caso rivelano il lato duro ed irresistibile di un sovrano che non si può spodestare, di un re che non sa abdicare al ruolo ed alla funzione di mangia allenatori.
Zamparini è in questo un padrone ad una sola velocità. Non sa sorprendere. I suoi ripensamenti fanno male. Altro giro, altra corsa. Come finirà? Provate ad indovinare.