Ai microfoni di Gr Parlamento, il presidente rosanero ha alimentato le speranze dei tifosi e contestualmente ha «avvisato» i club già in fila per il fantasista italo-argentino. Il patron ha ribadito anche i motivi della rottura con Iachini
Zamparini e il futuro di Vazquez «Non andrà via se arriva uno sceicco»
Quale sarà il futuro di Franco Vazquez? La telenovela, vivacizzata nei giorni scorsi da un comunicato di Zamparini attraverso il quale il presidente ha smentito le voci relative a una possibile cessione del «Mudo» (nel mirino soprattutto del Milan, ndr) durante il mercato invernale, propone una nuova puntata. Il protagonista è ancora una volta il patron rosanero che, ai microfoni della trasmissione radiofonica Gr Parlamento, ha delineato nuovamente le prospettive del fantasista italo-argentino: «Vazquez è un giocatore sotto osservazione da parte di diverse squadre ma fino a gennaio non si muove – ha assicurato – Spero però che a giugno arrivi uno sceicco, così me lo tengo anche nella prossima stagione. Mi auguro che rimanga con noi per formare una squadra molto forte. Se però non viene nessuno, non è possibile. Valutazione di 30 milioni? Mi hanno chiesto quanto vale e questo è il valore, deve rimanere con noi ma, se non viene dentro qualche socio, non è possibile».
A prescindere dagli sviluppi legati a Vazquez, Zamparini ha comunque le idee chiare sul modo in cui intervenire per rinforzare la squadra nell’immediato. «Questo Palermo è da metà classifica, non siamo inferiori a Genoa o Torino ma ci manca qualcosa per ambire all’Europa League. A gennaio metteremo in squadra quei rinforzi che non siamo riusciti a raggiungere in estate e andremo a completare la nostra rosa che è competitiva. In attacco manca qualcosa ma se gira Gilardino e anche il serbo Djurdjevic siamo a cavallo». Nel corso del suo intervento, il numero uno del club di viale del Fante ha ribadito le ragioni che lo hanno indotto ad esonerare il tecnico Iachini: «Credetemi, avevo iniziato ad aver paura. La squadra si era ingrigita e non aveva reazione, se avessimo perso 4-1 con il Chievo sarebbe stato giusto. Lo ripeto, avevo paura: non era più il mio Palermo, non esprimeva un gioco e non c’era sintonia tra società e tecnico. Nell’ultimo periodo con Iachini non c’era feeling. Alla fine è cambiato Iachini, credo per motivi personali, non sono cambiato io. Per il bene della società ho deciso di cambiare, spero di aver indovinato la scelta».