Cè un dibattito fresco fresco negli ultimi tempi. Internet e la sua rete acchiappa-pesci-che-è-un-piacere, andrebbe regolamentato tramite un profilo legale più definito? Ma soprattutto: si snaturerebbe, internet, costretto da codici e parametri che ne castrino la sua proverbiale libertà? Sì, no, forse.
Forse, perché tentare di mettere degli ostacoli davanti al cammino colossale di internet sembra davvero unimpresa degna del migliore e coraggioso Davide. E forse, anche perchè, una creatura complessa come Google Italia, con mille milioni di braccia e di occhi – chiamata in causa qualche giorno fa con laccusa di diffamazione aggravata in occasione di quellaffaraccio delle molestie al ragazzo down, tra i banchi di scuola, caricate su internet dagli stessi bulli – ha risposto che è pressoché impossibile dire la propria sui server statunitensi e che, lintervento di cancellazione delle immagini, può avvenire solo in caso di precisissime segnalazioni. Insomma è possibile frenare la valanga interattiva di internet, è realistico mettergli i bastoni tra le ruote? Pare davvero difficile.
Ma, in realtà – oltre al sopraccitato tema del filtro al Web uno degli aspetti che più colpiscono, nella faccenda dei video violenti poi caricati sui server, è che stiamo assistendo ad una specie dimprovviso boom di narcisisismo autolesionista. Anzi di più, cè una sorta di bramosa voglia di Show (senza ricorrere al solito riferimento ai realities) che è così forte, da portare i rei del fattaccio (le botte al compagno autistico) a mostrare, appunto narcisisticamente, la propria colpevolezza davanti al mondo intero. Solo ed esclusivamente per avere una fetta di celebrità? Può darsi.
Non solo bulli, però, in questo pasticciaccio brutto a metà tra vant(agg)i e svantaggi, perché è di pochi giorni fa la storia tragicomica di quel tizio, casellante di professione e centauro per passione che, a bordo della sua Honda (1000 Cbr Rr Repsol), è sfrecciato a 280 allora sullautostrada A7 producendosi in sorpassi mozzafiato à la fast and furious. Il tutto immortalato da una telecamera digitale che il motociclista aveva fissato, con cura, sul carburatore. Limmagine della lancetta del tachimetro che toccava vette paurose, caricata su youtube, così, ha fatto il giro di internet coronando limprobabile impresa. Ma si sa, lo specchio del vanitoso è sempre pronto ad infrangersi e, difatti, il filmino della pazza corsa è finito nelle mani della polizia che è riuscita a rintracciare il casellante piemontese e perquisire la sua abitazione nei pressi di Alessandria. Nel garage, gli agenti hanno scovato la motocicletta, la telecamera e il computer galeotti.
Follie e magagne in differita mondiale: dunque è un vero e proprio fenomeno la grottesca e irrefrenabile debolezza, da parte di migliaia e migliaia di internettari, nei confronti dello show? Sono così vanitosi, certuni, da mostrare le proprie cose e le proprie colpe, costituendosi, di fatto, telematicamente? Lo scopriremo alla prossima bravata.
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