Voto in Kazakistan, democrazia in pericolo Tra gli osservatori Osce il catanese Berretta

Oggi in Kazakistan si vota per il rinnovo del Mazhlis, il ramo principale del parlamento bicamerale. Voto importante ed estremamente delicato, in un paese manovrato dagli interessi commerciali delle compagnie petrolifere e che, da decenni, vede l’egemonia della legislatura rappresentata da un solo partito, il Nur Otan del presidente Nursultan Nazarbaiev, che governa il paese da quando nel 1991 ottenne l’indipendenza dall’Urss. Voto che però, stavolta, potrebbe essere decisivo. Infatti, le elezioni legislative per il rinnovo del parlamento kazako potrebbero determinare l’ingresso alla camera di un altro partito oltre a quello di Nazarbaiev. Per la prima volta, grazie ad una riforma approvata nel 2009 dalla Camera bassa – che prevede un sistema proporzionale con soglia di sbarramento al 7 per cento e la presenza di un minimo di due partiti – si prospetta la garanzia di alcuni seggi anche per l’opposizione.  Tra gli otto schieramenti in lizza, i più quotati a raggiungere la soglia voti necessaria sono il partito Ak Zhol o quello Comunista.

Il risultato del voto in Kazakistan è già scontato. Secondo le previsioni, ad avere la maggioranza sarà il partito di Nazarbaiev. Dato preannunciato già dalle presidenziali dello scorso 3 aprile, che riconfermarono il mandato del presidente uscente con oltre il 95 per cento delle preferenze. Elezioni, queste, anticipate per stesso volere del parlamento. Infatti, inizialmente le consultazioni politiche erano previste per agosto 2012, ma a novembre 53 parlamentari su 107 hanno firmato una petizione per andare al voto prima possibile.

Per tutelare il diritto di voto e vigilare affinché non si verifichino episodi antidemocratici, l’Osce (l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione) e l’Isiamed (Istituto italiano per l’Asia e il Mediterraneo) hanno inviato alla volta della capitale Astana una delegazione composta da un ristretto numero di deputati italiani e rappresentanti dei due enti quali osservatori del processo elettorale. Tra questi c’è anche Giuseppe Berretta, deputato catanese del Pd, che sulla sua pagina facebook racconta impressioni e criticità delle consultazioni in Kazakistan.

Secondo quando riporta Berretta, pare che nella città di Zhanaozen, nella parte occidentale del paese, sul mar Caspio, i cittadini siano stati privati del diritto di voto dopo la protesta del 16 dicembre 2011, quando i lavoratori delle compagnie petrolifere avevano protestato in piazza per ottenere un aumento della paga e che, «in un paese tra i principali produttori di petrolio al mondo, hanno un peso non indifferente» scrive il deputato catanese. Nel corso degli scontri, secondo la agenzie di stampa estera, a causa dell’aspra azione di repressione operata della forze dell’ordine, hanno perso la vita 16 persone. E proprio le critiche alla autorità kazake sui metodo repressivi avrebbero comportato l’esclusione dal voto del partito Rukhaniyat. Sarebbero stati questi episodi a spingere le due organizzazioni a vigiliare sulle operazioni di voto kazake. «Speriamo, e faremo il possibile nel nostro ruolo di osservatori, perché alle elezioni vinca la democrazia» – conclude Berretta.

A guidare il gruppo di osservatori elettorali ad Astana è Riccardo Migliori, presidente della delegazione parlamentare italiana dell’Osce, che in una nota inviata a mezzo stampa nei giorni scorsi, informa sul ruolo degli inviati italiani in Kazakistan e assicura che «il voto dovrà determinare la presenza dell’opposizione. Il nostro impegno – sottolinea – sarà anche quello di garantire la sicurezza e che la negazione del diritto di voto non si estenda ad altre zone del Paese».

[Foto di Mateusz K.]


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Oggi si vota per il rinnovo del parlamento kazako, che da decenni vede l'egemonia del partito del presidente Nazarbaiev. E dove, tra interessi economici ed equilibri politici, il diritto di voto non è una garanzia. Per rispondere all'allarme, l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione invia sul posto una delegazione di deputati per «vigilare su sicurezza e democrazia»

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