Il direttore sportivo della formazione etnea fa il punto della situazione, dopo la fondamentale vittoria dei suoi in gara 3 dei playout che ha rimesso in carreggiata la serie contro il Club Italia. Sul suo ritorno in campo il dirigente ironizza: «È una bella fregatura: dura allenarsi ogni giorno, ma è un piacere portare la mia esperienza»
Volley Catania, torna in campo il 54enne D’Angelo «Lotta fino alla fine, vogliamo un grande pubblico»
Una vittoria scaccia-crisi, proprio quando tutto sembrava perduto: quella ottenuta dal Volley Catania sul parquet del Club Italia è la classica partita che potrebbe sancire la svolta della stagione e, forse, anche delle prospettive di una intera società. La serie di spareggi per non retrocedere dalla Serie A2 era infatti cominciata nel peggiore dei modi, col club capitolino che si era imposto 3-1 nel primo incontro, bissando poi il successo iniziale con un netto 3-0. In quella partita, parsa a tutti il capolinea per le speranze etnee di salvezza, è sceso in campo anche Piero D’Angelo: 54 anni, professione direttore sportivo, tesserato però nell’emergenza generale (che ha portato anche all’esonero di mister Giampiero Rigano, ndr) per tappare il buco creatosi col lungo e complicato infortunio dell’argentino Juan Finoli.
«Il tesseramento era inizialmente nato per poter far stare in panchina un dirigente in più – conferma a MeridioNews Piero D’Angelo – poi tutti hanno spinto affinché dessi una mano anche ai ragazzi. Mi hanno teso una sorta di tranello – scherza il diesse – chiedendomi prima di allenarmi e poi addirittura di scendere in campo, a causa del problematico ko di Finoli. In realtà però non ho mai smesso del tutto: non mi allenavo di certo tutti i giorni, ma fino a qualche anno fa avevo fatto qualche partita in B2, giocando anche con la Nazionale Over». Tornare in campo, all’inizio è stato particolare: «Ho provato strane sensazioni – ammette il dirigente etneo – non calcando un parquet di Serie A da 17 anni, ma col passare dei minuti mi sono sentito sempre meglio. Entro solo in casi disperati, do soprattutto un grande contributo durante gli allenamenti».
L’infortunio di Finoli allo scafoide della mano sinistra ha infatti lasciato via libera in cabina di regia al giovane Calogero Tulone, gravato di una grande responsabilità: «Gli è capitato un bel fardello – ammette D’Angelo – io cerco di aiutarlo a gestire al meglio la pressione che sente attorno». A quanto pare il lavoro su Tulone sta cominciando a dare i suoi frutti, data la buona prova del giovane catanese in gara-3 dei playout, vinta 3-1 in trasferta sul Club Italia Crai Roma. Una vera e propria battaglia, quella andata in scena al palazzetto dello sport di Vigna di Valle, con i punteggi che rendono bene l’idea di come la partita sia stata equilibrata: 25-27, 25-18, 23-25, 26-28, con Dusan Bonacic top scorer tra i ragazzi allenati da Mauro Puleo grazie a 20 punti messi a referto.
Adesso non si può più sbagliare, provando a sfruttare la scia positiva legata a questa vittoria esterna. «I ragazzi hanno preso coraggio – sentenzia D’Angelo – ce la possiamo fare. Contro di loro abbiamo perso quattro partite su quattro, tra stagione regolare e play-out: ma adesso il vento sta cambiando, sono più convinti». La ricetta per rimettere la serie in parità, nell’incontro che si disputerà a Catania il prossimo 3 maggio, è semplice: fiducia e convinzione nei propri mezzi, condita ovviamente dal necessario supporto del pubblico amico. «Quello catanese – ricorda D’Angelo, che ha anche vestito la maglia di Catania in Serie A1 nella stagione ’95/’96 – è un pubblico storicamente presente. Il primo anno è sempre complicato per una matricola: ma abbiamo la possibilità di rimettere le cose a posto e per questo ci attendiamo un tifo incessante. Aiutateci, lotteremo fino alla fine».