L'allenatore, catanese d'adozione, racconta a MeridioNews le sensazioni sull'inizio di stagione dei rossazzurri. Fra ottimismo e le speranze di crescita complessiva del movimento pallavolistico locale: «Siamo la massima espressione della pallavolo siciliana, ma la cosa è poco percepita», ammette
Volley Catania, la fiducia di Gianpietro Rigano «Unica siciliana in Serie A, da otto in pagella»
È un’annata importante per Gianpietro Rigano: quella su cui, probabilmente, si stanno ponendo le basi per una grande storia, che sancisca il definitivo ritorno a Catania della pallavolo che conta. Una città, quella etnea, abituata a grandi palcoscenici e, per questo, ancora sin troppo fredda nei confronti del Volley Catania, neopromosso in A2 e autore sinora di un campionato più che soddisfacente: i rossazzurri, infatti, sono settimi in classifica e, prima dello stop di mercoledì contro Santa Croce (3-1 il punteggio finale, ndr), erano reduci da tre vittorie consecutive.
Rigano, catanese d’adozione ma nativo di Santa Teresa di Riva, è l’allenatore che lo scorso anno ha firmato la storica promozione della società presieduta da Natale Aiello. Un successo tecnico e organizzativo che sta proseguendo, tra alti e bassi, anche nel corso di questa stagione. «Potevamo fare di più contro Santa Croce – ribadisce Rigano – gestire meglio le situazioni che avevamo costruito durante il terzo set. Nel complesso, però, abbiamo tenuto botta, anche se nel primo e nel quarto parziale ci siamo fatti mettere un po’ sotto. Santa Croce è una squadra costruita per raggiungere qualcosa in più rispetto alla nostra: per colmare il gap con loro noi dobbiamo riuscire a mantenere l’equilibrio tutta la partita, per poi provare a giocarsi gli ultimi punti in volata. Stavolta non ce l’abbiamo fatta».
Le indicazioni positive per i catanesi, però, non mancano, considerando anche le 6 vittorie in 12 partite sinora giocate. «La struttura della squadra è costantemente in crescita – spiega Rigano – e questo è frutto del lavoro e della costanza: non possiamo però fare a meno di avere tutti al 100 percento. Se qualcuno dei ragazzi è in difficoltà non riusciamo a sopperire, soprattutto quando giochiamo contro squadre attrezzate come Santa Croce (terza in classifica, ndr). Con loro non possiamo permetterci di rallentare neanche un minuto». Il mercato da questo punto di vista potrebbe portare qualcosa, ma Rigano preferisce non sbilanciarsi: «Abbiamo pensato di intervenire per colmare un buco, ma non è semplice: non vogliamo prendere uno qualunque, se dovesse capitare qualcosa di interessante per migliorare l’equilibrio di squadra lo faremo».
Il calendario adesso mette di fronte ai rossazzurri l’ostacolo Grottazzolina, seconda forza del campionato: «Tecnicamente – afferma Rigano – potrebbe cambiare qualcosa. Noi abbiamo la consapevolezza delle occasioni che ci siamo fatti scappare , frutto in questo caso della nostra giovane età. Sono però contento del lavoro svolto, anche se con lo staff tecnico siamo consapevoli di aver lasciato punti per strada. Ho la convinzione che a Grottazzolina non ripeteremo gli stessi errori». La soddisfazione per quanto fatto finora, comunque, è grande: «Come società ci meritiamo un bell’otto in pagella. Se guardiamo ai risultati in campo il voto scende a sette, ma siamo stati comunque molto bravi a sopperire a mancanze gravi che abbiamo avuto durante l’arco della stagione, frutto anche di inesperienza e mancanza di risorse. Non solo economiche, ma anche umane e organizzative».
Un’ultima riflessione, un po’ amara, riguarda la scarsa partecipazione del pubblico e delle altre realtà sportive catanesi: «Io sono orgoglioso di rappresentare la massima espressione della pallavolo siciliana maschile: non ci sono altre realtà professionali che abbiano questo palcoscenico, ma la cosa non è ancora percepita. Contro Santa Croce c’erano solo 600 persone al palazzetto, questo non può bastare: il movimento pallavolistico catanese deve poter esprimere qualcosa di più. Per anni ci siamo lamentati di come a Catania mancasse la pallavolo di vertice: adesso finalmente ce l’abbiamo: se quest’anno arriverà la salvezza, la prossima stagione miriamo a costruire qualcosa di ancor più forte e solido. La città, però, deve svegliarsi e starci più vicina».