In giro per l’Italia a bordo di un camper per intervistare gli ultimi eremiti e raccogliere tredici emblematiche testimonianze di vita in isolamento e ascesi. È il percorso compiuto da due registi palermitani, Joshua Wahlen e Alessandro Seidita, autori del docufilm Voci dal Silenzio che presto potrebbe entrare a far parte del catalogo di Infinity, il servizio italiano di video streaming o demand. Per realizzare l’obiettivo i due hanno avviato una campagna di raccolta sul web, attraverso la piattaforma produzioni dal basso: c’è tempo fino al 24 luglio per raccogliere almeno la metà dell’obiettivo economico prefisso, pari a 10mila euro, che serviranno per le spese di post produzione.

«Voci dal silenzio è il frutto di una lunga ricerca sul campo – spiegano Joshua Wahlen e Alessandro Seidita -. Le telecamere si sono immerse all’interno dei singoli vissuti, raccontandone il passato, la vocazione, i conflitti e le battaglie. Tutto ciò con l’intento di far luce su uno spaccato che, nell’immaginario collettivo, è ancora avvolto da un alone di mistero: l’ascesi». Il documentario è incentrato in tre parti: nella prima ci si soffermerà sul passato dei protagonisti, sottolineando il momento di cesura tra un prima e un dopo. Quella centrale è dedicata alla vita all’interno dell’eremo: gli antagonisti, le difficoltà, le insidie da superare. Si parlerà del legame con il paesaggio circostante e con le creature che lo abitano, dell’esercizio fisico e mentale richiesto, delle paure e delle fragilità che la psiche è capace di generare.La terza e ultima parte è rivolta, infine, al ruolo del silenzio, della preghiera e della solitudine, strada maestra per arrivare all’incontro con il sé, con gli altri e con le forme più alte di spiritualità.

Joshua Wahlen e Alessandro Seidita, nati  e laureatisi entrambi a Palermo, dopo un lungo periodo trascorso all’estero nel 2013 scelgono di rientrare in Sicilia per raccontare la loro terra. FirmandoViaggio a Sud – Indagine in Sicilia, un documentario che fotografa la situazione dei piccoli centri urbani e il rapporto degli abitanti con la propria memoria storica e Corrispondenze, un poema visivo nato dalla collaborazione con i detenuti della Casa di Reclusione di Noto e che vede, tra gli altri, la partecipazione di Franco Battiato, Mimmo Cuticchio e Sebastiano Burgaretta.

«L’idea del documentario si può considerare una naturale conseguenza dei nostri lavori precedenti – spiega Alessandro Seidita – che, in qualche modo, hanno sempre ruotato intorno ad un unico argomento: la crisi come possibilità di cambiamento, di trasformazione. Una riflessione che ci ha portato a cercare nella zona di limite, nelle periferie dell’esistenza, perché consapevoli che spesso, per approdare ad un cambiamento, bisogna essere in grado di oltrepassare un confine, di scavalcare quelle false certezze che molte volte obnubilano la capacità di vedere e conoscere. Questo, però, richiede fatica e dolore. Lo si fa a prezzo di grosse rinunce, di profonde solitudini. Chi ne è capace? Sono in pochi».

E in una città caotica, contraddittoria e che si autonarra come cosmopolita sono possibili esperienze del genere? «In città immagino un altro tipo di eremitaggio, un altro tipo di solitudine – aggiunge il videomaker -. Ma si tratta di un isolamento non voluto, distante da quello di cui parlavamo precedentemente. È l’isolamento che emerge dalla nostra incapacità di vivere con l’altro, di costruire relazioni profonde. La città diventa così, quasi per un paradosso, il luogo in cui più di ogni altro abbonda l’isolamento. La vita che conduciamo all’interno dei nostri appartamenti o all’interno dei nostri nuclei familiari appare spesso molto più austera e rigida rispetto a quella di un monaco all’interno della sua cella. E questo succede a Palermo così come in ogni altra città del mondo. Il vero eremitaggio è probabilmente anche un rifugio da tutto ciò».