Presidio pacifico degli operatori che hanno distribuito volantini e rivolto un appello alla città, a cui si è associato anche il sindaco, al grido di «Siamo tutti Almaviva, Siamo tutti Palermo». Guarda la gallery
Vivicittà, sit-in lavoratori Almaviva «Subito tavolo specifico al Mise»
Proseguono senza sosta le iniziative dei lavoratori Almaviva per tenere alta l’attenzione sulla vertenza che solo a Palermo vede in bilico 1670 posti e 2988 in tutta Italia. In occasione della manifestazione podistica Vivicittà nel capoluogo siciliano, alcuni lavoratori hanno manifestato in maniera pacifica distribuendo volantini e rivolgendo un appello alla città, a cui si è associato anche il sindaco, Leoluca Orlando, al grido di «Siamo tutti Almaviva, siamo tutti Palermo». Un modo, dopo le iniziative dei giorni scorsi, per continuare a far sentire la propria voce alla città ma soprattutto alle istituzioni e scongiurare lo spettro licenziamenti che si fa ogni giorno più vicino.
Venerdì scorso, durante il primo esame congiunto previsto dalla procedura di riduzione del personale, nella sede romana di Unindustria tra i vertici dell’azienda e le rsu, la società ha ribadito la volontà di operare i tagli annunciati, nonostante la disponibilità del Governo sul fronte degli ammortizzatori sociali. Un braccio di ferro che si trascina da mesi senza alcun risultato e ora i sindacati chiedono all’esecutivo un tavolo nazionale specifico al Mise.
Il 18 aprile è già in programma un incontro che riguarda tutto il settore dei call center mentre lavoratori e sindacati hanno lanciato un appello al governo e alla Presidenza del Consiglio per un tavolo specifico. Due i punti cruciali da affrontare: la mancata applicazione dell’articolo 24 bis (le delocalizzazioni) e le assegnazioni delle gare al massimo ribasso. Secondo le parti sociali su questi due temi non si è vigilato abbastanza e occorre far presto perché gli operatori di Palermo, Napoli e Roma potrebbero essere soltanto «le prime vittime di un settore viziato da storture e controlli insufficienti».