Vivibilità, giudizi contrastanti sulla provincia etnea In calo per Italia Oggi, stabile secondo Sole 24 Ore

La vita è fatta a scale, ma anche di classifiche e, pure in queste, c’è chi scende e c’è chi sale. Come la provincia di Catania. Promossa con riserva per il quotidiano Il Sole 24 Ore, sonoramente bocciata per l’edizione odierna di Italia Oggi. Il tema è sempre lo stesso, ovvero la qualità della vita analizzata secondo una serie di indicatori, utili per fotografare il 2017 alle pendici dell’Etna e nel resto del territorio italiano. I risultati finali sono chiari: 94esima piazza, e una posizione guadagnata rispetto al 2016, per il report della testata economico-finanziaria di Confindustria, meno otto, invece, per Italia Oggi, con la provincia di Catania che si piazza al 103esimo posto

Ma perché le classifiche sono così diverse? Una risposta potrebbe arrivare dagli indicatori utilizzati per stilarle: 42 per Il Sole 24 Ore, 84 per Italia Oggi. Tra questi ci sono le dimensioni d’analisi che riguardano affari e lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale e personale, popolazione, servizi finanziari e scolastici, sistema salute, tempo libero e tenore di vita. Sfaccettature che descrivono l’Italia come letteralmente divisa in due. Primeggiano le province alpine, da Belluno a Bolzano mentre i trend peggiori spettano alle Regioni del Sud. Campania, Puglia e Sicilia stanno in fondo e con loro le aree di Trapani e Caserta.

La classifica di Italia Oggi.
L’indagine sulla qualità della vita, giunta all’edizione numero 19, è stata curata dal dipartimento di Scienze sociali ed economiche dell’università La Sapienza di Roma, in collaborazione con Cattolica assicurazioni. Le nove dimensioni d’analisi principali sono state suddivise in 21 sottoinsiemi nei quali trovano spazio 84 indicatori di base, praticamente il doppio rispetto a quelli utilizzati da Il Sole 24 Ore. L’andamento negativo della provincia etnea si conferma per quanto riguarda affari e lavoro: 89esimo posto per tasso di disoccupazione (meno nove posizioni rispetto al 2016), 89esimo per numero di imprese registrate ogni 100mila abitanti (meno quattro posizioni rispetto al 2016). Non va meglio nel settore ambiente, dove la provincia di Catania si contende l’ultima piazza, piazzandosi al 107esimo posto. A pesare sono i risultati di trasporto pubblico e piste ciclabili, che però sono stati valutati, rispettivamente, basandosi su numeri non proprio recenti, di Legambiente e Istat del 2012 e del 2014.

Catania perde una posizione anche nella speciale classifiche sulla criminalità. La peggiore provincia in Sicilia, secondo il report, in particolare a causa dei furti d’auto, calcolati ogni 100mila abitanti. Il territorio etneo in questo settore primeggia piazzandosi al terzo posto in Italia, soltanto dopo Barletta e Bari. Meglio, si fa per dire, nella graduatoria sulle estorsioni, ma a incidere sul dato sono il numero di denunce presentate dalle vittime. Medaglia d’oro, e conferma della graduatori del 2016, per quanto riguarda le rapine in banca e negli uffici postali. Seguita da Massa Carrara e Bologna. 

La classifica de Il Sole 24 ore.
Il quotidiano di proprietà del gruppo Confindustria conferisce a Ragusa il titolo di migliore provincia in Sicilia, con Catania che si piazza a metà graduatori nello speciale elenco che fotografa la qualità della vita nell’isola. La peggiore provincia è quella di Trapani, che rispetto al 2016 perde otto posizioni. Tra gli indicatori utilizzati sono sei quelli nuovi: acquisiti online, gap retributivo, spesa in farmaci, consumo del suolo, anni di studio e indice di litigiosità. Catania peggiora per ricchezza e consumi, lavoro e innovazione, cultura e tempo libero. Rimane stabile per quanto riguarda l’ambiente e registra un miglioramento nella classifica su giustizia e sicurezza. 


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