Vittoria, secondo arresto per la rapina al bar Sparò in aria dopo le minacce alla commessa

Era il 26 gennaio quando un malvivente fece irruzione nel bar tabacchi di piazza Stazione a Vittoria e sparò un colpo in aria che si conficcò nel tetto. Furono attimi di terrore, e per quella violenta rapina due mesi dopo la polizia arrestò Luca Giuseppe Di Paola, 23enne nato a Roma e residente nel centro del Ragusano. Di Paola, però, era stato il palo, colui che, giunto a bordo dello scooter, ha atteso che la rapina venisse messo a segno dal complice prima di darsi alla fuga. Adesso le indagini, condotte dagli uomini della Squadra mobile di Ragusa e del commissariato di Vittoria, hanno permesso di chiudere il cerchio, e ieri mattina è stata eseguita la misura cautelare della custodia in carcere a carico di Giovanni Nicastro, vittoriese di 27 anni. L’accusa per lui è di rapina aggravata dall’uso delle armi.

Quando Nicastro fece irruzione nel locale si capì subito che non sarebbe andato molto per il sottile. I bambini furono portati dietro al bancone e il titolare consegnò subito i tremila euro che aveva in tasca. Ma l’uomo non era ancora soddisfatto e puntò la pistola alla testa della cassiera, che aprì il cassetto per consegnare il contenuto. A quel punto il proprietario ingaggiò una lotta in difesa della moglie e il rapinatore sparò un altro colpo, che solo per un caso fortuito non colpì nessuno dei presenti. Dopo aver arraffato il denaro, Nicastro saltò in sella allo scooter condotto dal complice Di Paola che mise in moto, e i due si dileguarono.

Le indagini hanno permesso di ricostruire le fasi della rapina e di individuare il modello dello scooter. A marzo, inoltre, c’è stata una perquisizione nell’attività del padre di Di Paola, tratto in arresto per detenzione illegale d’arma da fuoco poiché si è assunto la responsabilità della detenzione della pistola. Fondamentale per l’attribuzione della responsabilità a carico di Di Paola, anche l’esame delle immagini di video sorveglianza dell’azienda del padre.

Non è stato invece facile per gli inquirenti raccogliere indizi di colpevolezza nei confronti di Nicastro, così la procura della Repubblica di Ragusa ha deciso di giocare d’astuzia, convocando con un scusa l’uomo durante le fasi dell’arresto di Di Paola. Messi insieme in una sala d’attesa, i due rapinatori sono stati intercettati mentre ammettevano le loro responsabilità: Nicastro era stato colui che aveva materialmente esploso i colpi di pistola e Di Paola quello che aveva guidato lo scooter. In questa involontaria confessione, entrambi hanno anche rimarcato i vari errori commessi, come quello di non aver gettato la pistola e di averla custodita nell’azienda del padre di Di Paola.

Mentre erano chiusi nella stanza della polizia di Stato, i due hanno perfino cercato di aprire i cassetti per trovare armi da rubare ai poliziotti e per pianificare la fuga dalla finestra. Ieri mattina Nicastro è stato arrestato sul luogo di lavoro, e per questo ha avuto anche da ridire perché «lesivo della sua immagine». Dopo averlo ammanettato, il rapinatore è stato condotto presso gli uffici della Squadra mobile di Ragusa per essere fotosegnalato, quindi è stato rinchiuso nel carcere del capoluogo ibleo.


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