La città si è fermata di nuovo, a distanza di tre giorni, per l'ultimo saluto all'11enne travolto dall'auto guidata da Rosario Greco. Dall'altare il monito del provveditore degli studi: «La mafia ha paura della scuola e della cultura». Guarda le foto
Vittoria, pure Di Maio e Musumeci al funerale di Simone L’appello: «Qui è più facile comprare un suv che un libro»
A tre giorni di distanza dai funerali del piccolo Alessio D’Antonio, oggi Vittoria ha pianto il cuginetto Simone, l’11enne travolto da un suv sull’uscio di casa e morto tre giorni dopo all’ospedale di Messina, dove i medici avevano tentato tutto il possibile pur di salvarlo dopo che i colleghi ragusani erano stati costretti ad amputargli entrambe le gambe.
La notizia della morte del bambino è stata diffusa domenica scorsa alla fine delle esequie di Alessio. Entrambi erano seduti davanti casa quando sono stati improvvisamente travolti dal suv guidato da Rosario Greco, che aveva assunto sostanze stupefacenti e alcol, come hanno confermato successive analisi mediche. A quest’ultimo è stato convalidato nei giorni scorsi l’arresto per omicidio stradale plurimo e resta al momento recluso nel carcere di Ragusa.
La piccola bara bianca accompagnata da una folla immensa ha preso il cammino dall’abitazione dei genitori di Simone verso la Basilica di San Giovanni. La città, in lutto cittadino proclamato dai commissari prefettizi che guidano il Comune dopo lo scioglimento per mafia, si è fermata al passaggio del feretro. Le vie sono state riempite di palloncini bianchi e striscioni che hanno ricordato le giovani vittime. Presenti alle esequie il vice premier Luigi Di Maio, che ha annullato tutti gli impegni in agenda per essere in città e portare la vicinanza del governo alle famiglie.
E proprio a lui i genitori di Simone hanno rivolto un accorato appello: «Chiediamo che il Parlamento cambi questa legge, perché non è omicidio stradale, questa è una strage». «Ho detto al papà di Alessio – ha detto Di Maio – che ho incontrato prima dei funerali che loro, nella tragedia, sono un simbolo in questo territorio e dovranno aiutarci a migliorare le leggi. Non dobbiamo perdere la fiducia nella giustizia e nelle istituzioni».
Insieme al ministro dello Sviluppo economico anche il giornalista Paolo Borrometi, il prefetto di Ragusa Filippina Cocuzza, il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci, il commissario prefettizio Filippo Dispenza e alcuni sindaci del comprensorio. Di Maio ha voluto incontrare oltre i genitori del piccolo Simone anche quelli del cuginetto Alessio e lo ha fatto in forma privata, nella casa dei nonni materni visto che nell’abitazione di via IV Aprile non hanno più fatto ritorno dopo l’incidente.
Ancora una volta è toccato al vescovo di Ragusa, Carmelo Cuttitta, officiare le esequie e i toni durante l’omelia sono stati più aspri rispetto a tre giorni fa: «Alzo il mio grido di dolore. La città di Vittoria ha vissuto e vive ancora il dolore della perdita dei due cugini ritratti con la maglietta del Grest. Le responsabilità vanno scrutate, le responsabilità di queste tragedie familiari vanno tenute in debito conto, dobbiamo fare in modo che non ci sia chi guida in stato di ebbrezza, o che abbia assunto droghe perché si diventa un pericolo per se stessi e per gli altri, questo è un monito per tutti. Facciamo appello alla nostra fede, solo la nostra fede può darci la speranza. Alessio e Simone sono nella vita eterna di Dio, loro sono gioiosi e già la vita eterna gli appartiene, noi ce la dobbiamo guadagnare».
Tanti gli interventi sul pulpito da parte di parenti e compagni del piccolo Simone e tra questi anche quello del provveditore agli studi Filomena Bianco: «I nostri bambini sono qui con la maglietta con il viso di Simone. Non è facile e non è semplice. Parlo con il cuore di madre, non ce la faccio a parlare da burocrate. Oggi voglio aggiungere una cosa, voglio parlare da cittadina, ringrazio il ministro e il governatore. Domenica francamente mi sono sentita un po’ sola istituzionalmente. La mafia ha paura della scuola e della cultura, se è vero che in questi territori di frontiera è più facile comprare un Suv che un libro, ed è difficile fare qui i docenti e i dirigenti scolastici, qui diventa una sfida quotidiana, una lotta continua. Noi ci saremo come prima e più di prima. Mi rivolgo alle famiglie di Simone e Alessio, voi avete cresciuto due bambini modello, educati, rispettosi, generosi, impegnati in tantissime attività. Questi due bambini profumano di dignità. Si è raggiunto un punto di non ritorno, che va oltre l’indignazione. Noi a scuola vogliamo banchi pieni di bimbi e di vita». Lo stesso Di Maio, dopo le esequie, ha voluto incontrare le maestre e i bambini della scuola che frequentavano i cuginetti per esprimere la sua vicinanza e il suo dolore.
Alla fine della messa la bara è stata portata al centro della piazza e mentre i palloncini a forma di cuore volavano sui cieli di Vittoria, il grido dei bambini si è levato forte salutando per sempre il loro amichetto: «Ciao Simone!».