Un giovane romeno è stato individuato come colui che avrebbe ucciso Abdessalem Farhat, padre di quattro figli, trovato morto in campagna venerdì scorso. Ma l'uomo avrebbe ammesso solo di aver aiutato un'altra persona a disfarsi del corpo. Guarda le foto
Vittoria, fermato 21enne per omicidio del bracciante È un collega di lavoro, nega di aver commesso delitto
Ad una settimana esatta si inizia a fare luce sul delitto del venerdì santo. I carabinieri di Ragusa hanno fermato il presunto assassino del bracciante agricolo tunisino Abdessalem Farhat, 47 anni, residente a Comiso con la moglie, padre di quattro figli e trovato morto nelle campagne di Vittoria.
L’uomo arrestato è Ali Iulian, bracciante agricolo romeno di 21 anni, con precedenti penali sia in Italia che in patria, collega di lavoro della vittima. Il giovane è ora rinchiuso nel carcere di Ragusa, ma ha ammesso solo parzialmente le proprie responsabilità, affermando di aver aiutato l’esecutore materiale del delitto a fare sparire il corpo e l’auto, la vecchia Mercedes rinvenuta in contrada Salina, ma di non aver ucciso nessuno.
I militari sono arrivati a lui attraverso la ricostruzione del percorso che ha fatto con la macchina della vittima, anche grazie all’aiuto di alcune telecamere. Stando ad una prima ricostruzione, l’omicidio sarebbe avvenuto nell’azienda agricola di contrada Pozzo Ribaudo dove il rumeno, oltre a lavorare, viveva pure; da lì il 21enne avrebbe trasportato il cadavere nel posto in cui è stato rinvenuto, infine si è diretto verso Scoglitti e ha abbandonato la vettura in un canneto di contrada Salina, probabilmente dopo aver cercato, invano, di gettarla dentro un torrente.
Quindi è rientrato in azienda, ma il giorno successivo ha deciso di abbandonare il posto di lavoro, non è chiaro se nel tentativo di far perdere le proprie tracce, e di trasferirsi nel luogo dove ieri sera è stato individuato dai carabinieri. I militari lo tenevano d’occhio già da qualche giorno perché, essendo un collega del 47enne, è stato subito inserito nella cerchia dei sospettati da interrogare. Si presume che l’omicidio sia avvenuto al termine di una lite molto violenta e forse dovuta a dissidi economici o relativi alla sfera lavorativa. Di certo, la vittima ha cercato di difendersi in ogni modo e prova ne sono le numerose ferite sul corpo, oltre a quelle letali alla testa.
Il pm Marco Rota ha emesso in nottata il fermo, subito dopo aver sentito il giovane, che ha piccoli precedenti per reati contro il patrimonio. Le indagini, naturalmente, vanno avanti per fare chiarezza sui tanti aspetti ancora oscuri di questo omicidio. In particolare gli investigatori intendono chiarire se altre persone sono coinvolte nel delitto e dove sia finita l’arma. La salma rimane a disposizione dell’autorità giudiziaria, sotto sequestro al cimitero di Vittoria.