Visti da voi, La mafia uccide solo d’estate Recensione collettiva del film del momento

Film visto al cinema con un gruppo di amici, ho rotto le scatole a tutti (sia quelli con cui sono andato al cinema, sia quelli incontrati in sala), ed è venuta fuori l’idea di fare una recensione di massa. Un lavoro di gruppo: sei domande a cui tutti, singolarmente, hanno risposto.

Pietro: 24, uomo, studenteincercadilavoropartime, pizza con kebab
Giuseppe: 20, uomo, disoccupato, birra
Erica: 21, donna, studentessa, patate
Luisa: 24, donna, receptionist in hotel (laureata), pizza
Massimiliano: 33, uomo, operaio, pesce
Davide: 31, uomo, libero professionista, pizza e tiramisù
Antonio: 26, uomo, studente e aspirante attore teatrale, arancino
MariaK: 24, donna, studentessa, risotto ai funghi
Nicola: 26, uomo, disoccupato, davvero troppi

Come sei entrata/o in sala, con quali aspettative?
L: Avendo già visto il trailer, mi aspettavo un film intelligente, una rappresentazione di quello che la mafia è stata e continua ad essere nella mente omertosa dei siciliani, posta in contrasto con la semplicità e la spontaneità del bambino.
A: Quando vado a vedere un film cerco di eliminare le aspettative… anche se dal trailer sembrava, così come è stato, un film simpatico.
M: Nessuna in particolare.
N: Avevo letto qualche commento positivo sul film, anche se non sapevo nemmeno il genere specifico della trama.
P: mi piace Pif, mi piace il suo lavoro, paraculo quando serve, ma allo stesso tempo sagace e pungente, sapevo parlasse della mafia (un motivo in più per vederlo) e speravo fosse diverso da quelle ciofeche chiamate fiction che tutti mi consigliano, ma che reputo la vera cloaca del cinema.
K: Sono entrata in sala con ottime aspettative; conoscevo in linee generali la trama, ma soprattutto mi interessava il modo in cui questo film puntava a raccontare la mafia e le tragedie mafiose che hanno investito Palermo il secolo scorso.
E: Sono entrata in sala con un po’ di curiosità, ma senza particolari aspettative, dopotutto non conosco molto bene né Pif né l’argomento trattato
D: Nessuna particolare aspettativa, anche perché onestamente non lo conoscevo, ma sono stato invitato ad andare a vederlo e mi hanno convinto sentendone parlare bene.
G: Sono entrato in sala con una sola aspettativa: vedere un film italiano prendere un argomento serio prendendolo in modo che possano vederlo tutti.

Sintetizza la trama in non più di 50 parole.
E: Il film racconta i principali eventi nell’arco di quarant’anni riguardanti mafia e politica in parallelo ad una normale (quasi banale) storia personale d’amore.
A: Una simpatica metafora dello stato dormiente caratteristico di una città che per decenni ha finto o non era per niente consapevole del fenomeno mafia, o in altri casi vedeva la mafia come un qualcosa che ti fa del male solo nei casi in cui ti ci scontri. E questo la dice lunga sull’ignoranza della gente in merito all’influenza che hanno queste organizzazioni a delinquere su tutto il tessuto sociale. La mafia uccide solo d’estate, quasi come fosse un fattore climatico, passeggero… Geniale la trovata inerente al poster di Andreotti, muto ad osservare il tutto come a simboleggiare la presunta e molto probabile silente pianificazione che lo Stato attuò insieme alla mafia.
G: Un bambino che piano piano diventa uomo affrontando argomenti della vita quotidiana come spingersi a realizzare un sogno con tutte le difficoltà che si possono avere, l’innamorarsi di una ragazza alle elementari e restare innamorato di lei per anni e la mafia che «non esiste». Tutto unito in perfetta armonia con la storia del personaggio e studiata in modo divertente.
L: La voce esterna del film è quella del protagonista ormai adulto, Arturo, che racconta la sua infanzia e i suoi tentativi amorosi con la piccola Flora, con la Palermo degli anni ’80 a fare da sfondo. La vita del protagonista, già dal suo concepimento, è segnata da momenti paralleli a quelli che sono stati i più clamorosi crimini mafiosi di quel periodo. Il tutto, presentato in chiave comica ma profondamente dura, realista e toccante.
D: Il film narra la vita di Arturo, giovane palermitano impegnato a destreggiarsi tra l’amore per la bella e irraggiungibile Flora, di cui è perdutamente innamorato dai tempi delle elementari, e il racconto dei fatti di mafia che hanno accompagnato la sua vita fin dall’infanzia ed esplosi nella sanguinosa stagione delle stragi degli anni Novanta.
P: Una storia d’amore rimandata sempre dalla mafia, ma proprio da essa resa forte e duratura
K: Personaggio cardine del film è senza dubbio Arturo: ci narra la storia della sua vita, del suo primo ed unico amore, della sua città, del contesto storico e sociale che attraversa e dei delitti di mafia visti dalla Palermo dell’epoca. Credo sia questo il punto focale del film e ciò che rende diverso La mafia uccide solo d’estate da qualsiasi altro film incentrato sulle stragi mafiose della Palermo degli anni ’70: la visione straniata di Arturo ci consente di percepire la mafia così come è stata vissuta e vista per molti anni dalla gente dell’epoca. Il pubblico si evolve, cresce e matura assieme al protagonista; l’ignoranza, l’incapacità di analisi e di criticità, rappresentata dal mito andreottiano del ragazzo, è progressivamente seppellita. Arturo, nel corso del film, prende coscienza del male che per anni ha trafitto la sua città e corona il suo sogno d’amore sposando il suo unico amore, Flora. Ma non è questo il lieto fine del film; il vero lieto fine è la speranza di un futuro migliore che il protagonista garantisce al figlio, ancora piccolo, parlandogli di tutti gli eroi che hanno perso la vita lottando contro la mafia.
M: Una simpatica romanzata che dal romanzo scende e mette i piedi per terra.
N: Un ragazzo di nome Arturo si invaghisce ,sin da bambino, di una ragazza, Flora, alla quale corre dietro per circa 20 anni. Purtroppo, le sue vicende amorose si intrecciano con quelle della mafia siciliana degli anni 70-90.

Citazione preferita.
N: «Mafia». La prima parola del piccolo Arturo.
K: Una delle scene che mi ha colpito e che ricordo è stato il dialogo tra il giornalista e Arturo; il giornalista fa comprendere al ragazzo come funzioni realmente la vita, come i sogni non sempre siano realizzabili e come la libertà di espressione non sia garantita quasi mai, neanche per un giornalista che dovrebbe costruire il proprio mestiere sulla libertà e sulla verità.
D: Arturo: «Quando sono diventato padre ho capito due cose: la prima che avrei dovuto difendere mio figlio dalla malvagità del mondo, la seconda che avrei dovuto insegnargli a distinguerla».
P: «Un giornalista deve sempre controllare le sue fonti, e stavolta Andreotti non è stata una buona fonte». Questa frase dovrebbe essere letta e spiegata a tutti gli pseudo giornalisti che ci sono ora in giro.
L: La scena/citazione preferita è quella in cui il boss Riina non riesce a comprendere il semplice funzionamento del telecomando per il climatizzatore ma poi impara ad usarne un altro, di genere diverso
M: Nel finale: «Primo: proteggerli dai malvagi. Secondo: insegnare loro a riconoscerli».
G: «Tranquillo, la mafia uccide solo gli uomini che sono innamorati!».
E: La frase che dà il titolo al film, detta dal padre con il solo scopo di tranquillizzare il figlioletto che fa troppe domande, più o meno dice: «Siamo in inverno? La mafia uccide solo d’estate!».
A: Mi hanno commosso molto le scene ammiccanti del giudice Chinnici verso l’amore dei due protagonisti e in particolar modo il momento in cui l’alto funzionario vede il disegno del cuore per terra davanti il portone ed esclama: «Bravo Arturo».

Quattro pregi e quattro difetti
G: Pregi: prendere una tematica come la mafia ed affrontarla molto ironicamente anche facendo sapere e ricordando cosa ha fatto con delle immagini reali del tempo. Difetti: non ho trovato difetti in questo film, a me è piaciuto cosi.
M: Pregi: è un film pulito, innocente, non banale, speranzoso, quasi illuminante. Difetti: lui è troppo servo di lei, alcuni episodi sono forzati (ma infondo ci sta) Pif ha bisogno di un corso di recitazione anche se se la cava bene, il personaggio femminile ha poca personalità, il personaggio del giornalista avrebbe dovuto avere un po’ più spazio.
K: Pregi: catapulta lo spettatore nella realtà dell’epoca. Veicola contenuti tragici e amari con ironia e umorismo. Riesce a far percepire il comune modo di pensare della Palermo dell’epoca. Non fa ridere di gusto come una commedia, e non fa piangere come una tragedia, ma unisce le due dimensione donando al pubblico una risata amara. Inoltre lascia la sala in silenzio, pregio che non tutti i film possono vantare. Difetti: la storia d’amore, anche se non è il fulcro del film, è eccessivamente banale e poco costruita. Il personaggio di Flora non mi ha convinta, credo sarebbe potuto essere costruito in maniera più articolata; per quasi tutta la durata del film mostra una totale assenza di senso critico. Il personaggio del giornalista avrebbe potuto avere un ruolo più importante nello svelare la realtà storica ad Arturo.
N: Pregi: divertente, versatile, scorrevole, trama ambigua che riesce a far cambiare stato d’animo da una scena all’altra. Difetti: scene documentario troppo veloci, solita banale storiella d’amore.
A: la struttura del film per quanto dovesse essere funzionale in questo gioco di eventi mafiosi che da contorno della storia si tramutano in fulcro del soggetto mi è sembrata in alcuni frangenti un po’ forzata. Gli attori, a parte due-tre diciamo più abituati a vivere di cinema, un po’ forzati, in alcuni casi poco spontanei. La canzone che hanno messo ai titoli di coda per me potevano evitarla perché fuori luogo.
D: Pregi: ironico, originale, divertente, emozionante. Difetti: per il tipo di film, non me ne vengono a dire il vero.
E: Pregi: leggerezza, nonostante l’argomento trattato; inserimento di documenti veri; ha mantenuto abbastanza il proprio stile; semplicità. Difetti: il filo conduttore è un po’ banale e forzato, ma non disturba più di tanto; inserire a tutti i costi gli attori del film in mezzo ai documenti storici filmati non l’ho trovata una mossa intelligente, nonostante fosse fatto quasi bene; ho trovato più brava l’attrice bambina che quella grande; il personaggio che parla mezzo francese è forse un po’ troppo stereotipato
L: Pregi: ottimo intreccio, fortemente didattico, aderente alla realtà, critico in modo intelligente. Difetti: ero troppo assorbita dal film per notarli e non ho le competenze per parlare di difetti tecnici
P: Pregi: regia casereccia, trama perfetta con tutti i riferimenti storico/politici, attori bambini estremamente espressivi, poca musica e poco invadente Difetti: regia casereccia, attori adulti mediocri (con le dovute eccezioni), caratterizzazione di Arturo che si ferma ad un 15enne senza evolversi poi col crescere del protagonista, troppa camera a mano.

Dopo la visione del film sei andata/o oppure andrai a cercare le pagine di storia che mancano alla tua cultura personale?
M: Sì, anche se purtroppo le conosco quasi tutte.
L: Sicuramente andrò a cercare le pagine mancanti alla mia cultura personale. Mi sono resa conto di avere dei vuoti che, necessariamente, devono essere colmati.
P: Ovviamente sì! Da buon siciliano, e pure italiano, devo almeno conoscere queste persone, sapere perché son morti e per mano di chi.
D: Probabile.
N: Sì, il tipo di film, induce ad ampliare la conoscenza delle vicende dell’epoca. Anche se personalmente ne sono già abbastanza informato.
E: Non credo, so di commettere un errore, ma non riesco ad interessarmi alla politica né passata né attuale
K: Sì, ho letto un articolo sul film e qualche ricerca più approfondita su Andreotti e Cosa nostra.
G: In realtà, essendo siciliano, queste cose si sanno già da piccoli, è la nostra storia, l’abbiamo vissuta e continuiamo a viverla. In modo diverso, ma continuiamo a viverla.

Conclusioni/riflessioni/opinioni/pensieri/parole/opere/omissioni
A: Nel complesso del calderone cinematografico italiano un discreto prodotto.
D: Un film magnifico, molto significativo, racconta temi importanti trattati con molta sensibilità e con consapevole e cosciente leggerezza.Una grandissima capacità di far riflettere, mantenendo comunque un sorriso. Un film che andrebbe assolutamente fatto vedere nelle scuole ai ragazzi per il suo grande impatto e la sua capacità di rimanere impresso nella mente.
E: Nonostante il mio scarso interesse verso l’argomento trattato e la mia cultura a riguardo praticamente pari a zero, ho apprezzato molto il film, l’ho trovato piacevolmente informativo.
G: È un bel film e lo consiglio.
L: Il film non è per tutti. Non biasimo la freddezza con cui alcune scene vengono proposte al pubblico, proprio perché nella realtà nessuno si è mai fatto scrupoli nel pianificare un omicidio in piazza o in un bar. Mi è piaciuto il contrasto tra l’amore ingenuo di un bambino e la dura realtà politica e sociale che faceva da sfondo alla vicenda. Di solito, alla fine di un film si sente il brusio della gente, i commenti: stavolta tutti i presenti in sala hanno osservato un rispettoso silenzio collettivo, perché in quel momento c’era solo spazio per le riflessioni personali.
M: Dovrebbero vederlo tutti, soprattutto nelle scuole.
P: Opera prima, e speriamo non ultima, con un finale in linea con le puntate de Il testimone, emozionante e toccante, che però spinge a riflettere, a capire il perché di determinate scelte politiche o sociali del nostro stato di quel periodo, che spinge a ricordare, anzi forse più a non-dimenticare, e a informarsi.
N: Carino questo tentativo di accostare scene di commedia divertente a fatti drammatici, anche se, forse, grezzo e troppo velocizzato in alcune scene.
K: Ci sono tanti punti di riflessione, ne elencherò alcuni cercando di essere esaustiva nella motivazione: il parallelismo tra la realtà della Palermo di quegli anni e quella della società odierna; classe politica corrotta e cittadini privi di capacità di analisi; il pensare che i problemi non coinvolgano noi stessi ma solo gli altri; come l’idolatrare un personaggio possa portare ad avere una visione distorta della realtà, e sebbene in Arturo l’ammirazione verso Andreotti sia dipinta con sana comicità, è un dato di fatto che queste forme di idolatria siano molto comuni nella storia dell’uomo.

 

[Foto dal sito ufficiale del film]


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