Palazzo Steri

Violenza di genere. Asp di Palermo crea rete integrata tra consultori

Un progetto più strutturato e innovativo realizzato dall’Asp di Palermo per rafforzare la presa in carico delle vittime di violenza di genere. Con una rete che colleghi in modo stabile e immediato consultori, pronto soccorso, servizi dell’area salute mentale (CSM e SERD), psicologia aziendale, servizio sociale, centro per la cura degli esiti delle relazioni violente e centri antiviolenza cittadini.

Presentazione della rete integrata a Palazzo Steri

I nuovi percorsi aziendali organizzativi e assistenziali per il contrasto alla violenza di genere sono stati presentati questa mattina nell’Aula Magna di Palazzo Steri. L’occasione è stato il convegno sul tema: «Insieme contro la violenza di genere: reti di prevenzione e interventi condivisi tra sanità e istituzioni».

Sono intervenuti in apertura di lavori: il rettore dell’Università di Palermo, Massimo Midiri, il presidente del Tribunale di Palermo, Piergiorgio Morosini, l’assessore comunale alle Attività sociali, Mimma Calabrò. E ancora il direttore sanitario dell’Asp di Palermo, Antonino Levita, il direttore sanitario dell’Azienda ospedaliera Policlinico, Alberto Firenze, ed il direttore del dipartimento salute della famiglia dell’Azienda sanitaria provinciale, Giuseppe Canzone.

Il nuovo modello introduce un percorso unificato capace di attivarsi automaticamente da qualunque punto della rete sanitaria – consultori, emergenza ospedaliera o servizi territoriali – e pienamente integrato con la Rete Antiviolenza Cittadina. Ma anche con la Magistratura, le Forze dell’Ordine, il Comune di Palermo e gli Assessorati regionali competenti. L’obiettivo è di rendere omogenei gli interventi, ridurre i tempi di risposta e garantire tutela immediata alle vittime. Previsti anche programmi di formazione specifica per personale sanitario e amministrativo, con protocolli aggiornati per accoglienza, ascolto, protezione e orientamento legale.

Trattare la violenza di genere con approccio multidisciplinare

«La violenza di genere è un fenomeno complesso, che richiede risposte integrate, competenze multiple e una rete istituzionale forte – ha sottolineato Antonino Levita –. L’impegno della nostra Azienda è creare un sistema uniforme e coordinato. Capace di intercettare il disagio, offrire protezione e accompagnare le vittime in percorsi personalizzati di cura e sostegno. Prevenzione, ascolto, presa in carico e collaborazione tra servizi sono i pilastri del nostro lavoro quotidiano»

Il convegno è stato, anche, un momento di confronto aperto a tutte le componenti della rete: Istituzioni giudiziarie, Forze dell’Ordine, Comune di Palermo, Centri antiviolenza, Rete ospedaliera dell’area emergenza e i servizi aziendali che quotidianamente lavorano sul campo. Insieme ai rappresentanti dell’Assessorato regionale alla Salute e dell’Assessorato comunale alle Politiche sociali.

L’Asp ha scelto di rivolgersi, inoltre, alle nuove generazioni coinvolgendo a Palazzo Steri alcune classi degli istituti superiori di Palermo e provincia. Agli studenti è stato dedicato uno spazio di dialogo con esperti e operatori, per stimolare riflessioni e domande su un tema che richiede consapevolezza e responsabilità sin dall’età adolescenziale.

Il monologo di Alessandro Ienzi

Il programma ha previsto anche uno spazio artistico di grande intensità emotiva. L’attrice Italia Carroccio, con la compagnia teatrale Raizes diretta da Alessandro Ienzi, ha interpretato un monologo originale tratto dall’esperienza laboratoriale Metamorphosis, in collaborazione con il dipartimento salute della famiglia dell’Asp di Palermo. «Il laboratorio – spiegano dall’Asp – ha coinvolto donne che hanno subito violenza, ma che oggi intraprendono un percorso di rielaborazione e rinascita. Tutto ciò con il supporto del Centro per la Cura degli Esiti delle Relazioni Violente, dei Consultori e dei servizi dell’Azienda sanitaria provinciale».

Il convegno si è concluso con la testimonianza di una donna che ha raccontato il proprio cammino di liberazione dalla violenza. Un racconto che ha voluto dare voce e forza a tutte coloro che intraprendono un percorso di autonomia e ricostruzione personale


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