Si può filmare il caos al pronto soccorso dopo 5 ore di attesa? Si può fare, ha stabilito il pm Enrico Bologna, per il quale «è un diritto documentare il disagio dell’utenza a causa delle lunghe attese che i pazienti sovente si trovano costretti a subire nel pronto soccorso».
Una decisione che coincide con la richiesta di archiviazione per l’avvocato che il 6 gennaio scorso girò alcuni video con il suo telefonino documentando così la protesta delle persone che erano in attesa nel pronto soccorso dell’ospedale Villa Sofia a Palermo. Per questa reazione, il professionista venne fermato da quattro poliziotti, portato fuori dai locali dell’ospedale in manette, denunciato per molestie a persone e interferenze illecite nella vita privata, oltre al provvedimento di sequestro di video e foto.
Il magistrato ha però chiarito che si poteva fare dando così ragione all’avvocato, giunto nella struttura sanitaria con la moglie alla quale era stata assegnato un codice giallo. «Vi era poi – ha argomentato il pm – un legittimo interesse personale costituito dalla circostanza che i pazienti in attesa di cure vi fosse proprio la moglie dell’indagato al quale non può certamente disconoscersi il diritto di documentare le condizioni di recettività della struttura ospedaliera presso la quale si accingeva ad essere accettare la congiunta».
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