Il provvedimento preventivo è stato eseguito oggi dal corpo forestale regionale. A denunciare «lavori non consoni a un'area di interesse ambientale e culturale» era stata Legambiente Catania, a novembre dello scorso anno. «Interventi invasivi», conferma il commissario che ha eseguito l'operazione. Guarda le foto
Villa Pancari, sotto sequestro il palazzo storico «Massi lavici distrutti e buttati sulla scogliera»
Da edificio simbolo del lungomare di Catania a zona sotto sequestro preventivo. È villa Pancari, in via Acque casse, una palazzina dei primi del Novecento proprio di fronte al porticciolo di Ognina, a cui questa mattina sono stati apposti i sigilli. Le accuse nei confronti della società immobiliare che l’ha acquisita di recente sono di alterazione di bellezze naturali e di interventi architettonici non autorizzati su un bene sottoposto a vincolo regionale. E nel cui giardino le ruspe sono entrate lo scorso anno, distruggendo una porzione di scogliera e sbancandone un intero tratto.
A denunciare il presunto abuso era stata, a novembre 2015, la sezione catanese di Legambiente. All’esposto degli ambientalisti era seguita l’apertura di un fascicolo da parte della procura etnea. Adesso il sequestro voluto dalla magistrata Agata Consoli. «Per fermare con urgenza i lavori», spiega il commissario superiore del corpo forestale regionale Maurizio Mazzocca, che ha lavorato alle indagini. «Villa Pancari è una dimora storica – spiega Renato De Pietro di Legambiente Catania – È indubbiamente una delle più famose della zona, per questo ci siamo immediatamente attivati quando ci siamo accorti di quello che stava succedendo». Prima è arrivata loro una segnalazione, poi gli attivisti sono andati sul posto e hanno notato «lo svolgimento di lavori non consoni a un’area di interesse ambientale e culturale».
Da quel momento a quello dell’esposto in procura è passato poco. «Abbiamo saputo che ci sono stati vari interventi in questi mesi, fino a stamattina, quando è stato eseguito il sequestro», dice De Pietro. Sembra siano stati effettuati «grossi sbancamenti nel giardino, alcuni dei quali hanno comportato la manomissione di ingenti quantità di massi lavici, in parte scaricati sulla scogliera». Cosa che avrebbe provocato «un danno paesaggistico non indifferente: una cosa è la scogliera, un’altra cosa è una discarica di pietrame». «Certi luoghi richiedono un maggiore rispetto», aggiunge il referente dell’associazione ambientalista.
«Gli interventi erano abbastanza invasivi», conferma Mazzocca della forestale. «I lavori riguardavano sia le aree esterne, coperte da vincolo panoramico, sia l’area di fronte alla villa, che invece è demanio marittimo regionale». Erano cominciati, inoltre, i lavori di ristrutturazione nel primo piano della villa. «L’immobile non è in buone condizioni – continua il commissario – Ma certamente non è da destinare a uso abitativo». Nelle intenzioni di chi aveva cominciato a modificarne la struttura esterna c’era, forse, «di livellare gli esterni per renderli più facilmente fruibili». A costo, però, di distruggere il giardino dei primi del Novecento. «Sono entrati con ruspe ed escavatori – continua Maurizio Mazzocca – In un palazzo che è sotto vincolo storico-artistico dal 1986». E in cui gli eredi della famiglia Pancari hanno abitato fino a pochi anni fa. Prima che venisse venduta alla società catanese a cui, adesso, è stata preventivamente sequestrata.