Orazio Di Grazia, nel processo con rito abbreviato, è stato ritenuto colpevole dal giudice Giancarlo Cascino. La vittima ha affrontato un lungo calvario, rischiando pure di morire. I fatti risalgono al 2 settembre 2017, quando Luigi Licari prestava servizio in via del Rotolo nei pressi di alcune trasenne dell'area pedonale
Vigile urbano aggredito, condannato un 22enne Pestato per non averlo fatto passare in scooter
Condannato a quattro anni e dieci mesi. Finisce così il processo di primo grado a carico di Orazio Di Grazia, il 22enne accusato di avere picchiato l’ispettore dei vigili urbani Luigi Licari. I fatti risalgono al 2 settembre 2017, data in cui l’agente era in servizio in via del Rotolo, nei pressi del lungomare di Catania. A leggere il dispositivo è stato il giudice per l’udienza preliminare Giancarlo Cascino, che ha stabilito un risarcimento danni di ottomila euro nei confronti della parte offesa. L’accusa, rappresentata in aula del pubblico ministero Santo Distefano, aveva chiesto una condanna a quattro anni e due mesi. L’imputato ha beneficiato di uno sconto di un terzo della pena in virtù della scelta del giudizio con rito abbreviato.
Licari, appassionato di sollevamento pesi e in servizio nel capoluogo etneo dal 1990, era stato colpito mentre prestava servizio nei pressi di alcune transenne, poste lungo l’arteria chiusa al traffico veicolare. Stando alla ricostruzione di quei giorni l’ispettore era stato in un primo momento avvicinato da un uomo a bordo di un motorino. Dopo il diniego di potere accedere a bordo del mezzo nell’area pedonale, Di Grazia si sarebbe allontanato salvo poi ripresentarsi sul posto accompagnato da una decine di persone, non tutte identificate e forse coperte dal 22enne. In questa fase l’ispettore veniva colpito alla testa e stramazzava al suolo.
Una vera e proprio spedizione punitiva costatagli il ricovero nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Cannizzaro. Le sue condizioni, molto gravi fin dall’inizio, avevano imposto ai medici il coma farmacologico, un delicato intervento chirurgico alla testa e il successivo trasferimento in un centro specializzato di Cefalù, in provincia di Palermo. Il ritorno a casa soltanto alcuni mesi dopo.
Di Grazia confessava il fatto alcuni giorni dopo l’aggressione. Accompagnato dal suo avvocato si era presentato in questura sostenendo di avere colpito «con una manata» Licari. Versione differente rispetto a quella circolata in un primo momento, quando alcune testimoni sostenevano che l’ispettore era stato raggiunto al volto addirittura con un casco. Successivamente, come riportato da Fan Page, un venditore ambulante ha raccontato altri particolari di quella sera. L’aggressore, infatti, avrebbe continuato a colpire Licari, con un calcio all’altezza del torace anche dopo essere finito a terra. Di Grazia, dal canto suo, si è difeso dicendo di essere stato schiaffeggiato dal vigile urbano ma lo stesso però ha sempre smentito questa circostanza. Vicino al mondo del tifo organizzato del Calcio Catania, Di Grazia è stato più volte raggiunto dal Daspo, il divieto di accesso agli impianti sportivi in occasione di allenamenti e partite.