Via Ursino, abbattute botteghe dell’Ottocento Comune: «Tutto regolare». Cittadini protestano

Un intero isolato di via Ursino – una traversa di viale Libertà – raso al suolo «e il sospetto è che l’abbiano fatto senza alcuna autorizzazione». Lo denuncia Matteo Iannitti di Catania Bene Comune. Le immagini, pubblicate da Iannitti sulla sua pagina Facebook, mostrano le macerie di immobili di fine Ottocento, in pieno centro storico. Le costruzioni, destinate a botteghe artigiane, sono state abbattute tra lunedì e martedì. «Gli operai lavorano di notte», dice una residente. I mezzi per la demolizione, in effetti, non si trovano più sul posto. «Perché fare tutto nell’ombra se è in regola e non c’è niente da nascondere?», chiede Matteo Iannitti. Alla sua domanda, però, rispondono gli uffici tecnici comunali: «I proprietari avevano la concessione all’abbattimento, grazie a una proroga regionale».

La zona è recintata e piena di materiale di risulta, in parte già rimosso. Ma attorno al cantiere non ci sarebbe «nessun cartello di lavori. Anzi uno ce n’è – racconta Iannitti – attaccato a un portoncino di una delle botteghe sventrate. È vuoto e senza neanche una scritta». L’autorizzazione per l’abbattimento e la ricostruzione di nuovi edifici è stata concessa nel 2008 – a una ditta che fa riferimento a Filippo Cuturi e Filippa Scalia – e rinnovata nel 2011, con scadenza nel 2014. Ma il termine per l’avvio dei lavori è stato prorogato di altri due anni grazie a una legge regionale, che recepisce una normativa nazionale. «È tutto in regola», confermano dagli uffici dell’Urbanistica, che hanno seguito la vicenda.

Gli immobili demoliti si trovano al confine con la zona sottoposta ai vincoli del centro storico. Un’area in cui, secondo il piano regolatore ancora in vigore – approvato negli anni ’60 -, è vietato l’abbattimento degli edifici. A meno di non sottoporre il progetto al parere della soprintendenza ai Beni culturali di Catania, che deve comunque valutarlo e approvarlo. «A noi non è stata chiesta alcuna autorizzazione – spiega la soprintendente, Fulvia Caffo – Bisogna controllare dettagliatamente la planimetria del quartiere per capire se gli edifici fossero sottoposti a vincolo».

Secondo le nuove normative del Comune, «abbattere e ricostruire dà ai proprietari la possibilità di ottenere il 30 per cento di premio di cubatura», spiega Iannitti. Le nuove palazzine devono occupare una superficie meno larga ma possono avere più di un piano.  «Questa città non ha bisogno di nuove case, men che meno al posto di immobili di fine Ottocento». Il tema delle demolizioni è molto sentito dal Comitato San Berillo, attivo nel quartiere confinante con via Ursino. Proprio lì, del resto, nelle ultime settimane i palazzi crollati a seguito del maltempo hanno fatto temere per la sopravvivenza della zona. «Gli abbattimenti di edifici storici sono inaccettabili – commenta Roberto Ferlito, che fa parte del Comitato – Anziché riqualificare si continua a sventrare la città, come accaduto negli anni ’50 in corso Martiri della Libertà».


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