L’incubo dei tredici nuclei, che occupavano l'altra palazzina di fronte a quella già liberata un mese fa, è realtà. Il tribunale ha deciso che l’immobile dovrà tornare al proprietario, il Comune stabilirà modalità e tempi: «In mezzo alla strada e senza alternative concrete»
Via Savagnone, il Tar respinge il ricorso degli inquilini Sgombero per le famiglie del secondo stabile occupato
«Il Tar ha ritenuto preminente la restituzione dell’immobile da parte del Comune di Palermo al legittimo proprietario, respingendo l’istanza cautelare». È con questa formula, pronunciata questa mattina dal Tar, che svaniscono ufficialmente le speranze per gli inquilini che avevano occupato una palazzina in via Savagnone 8, di fronte a quella già sgomberata un mese fa che fu teatro dell’aggressione alla troupe di Striscia la notizia. Significa, insomma, che il Comune adesso dovrà procedere allo sgombero. Uno spettro che si era in realtà materializzato già all’indomani del primo, avvenuto nella stessa via sotto ai loro occhi atterriti. E già un mese fa, infatti, prendendo le distanze anche dall’atto di violenza di cui si era macchiato un altro abusivo, chiedevano almeno che si aspettasse la decisione del Tar.
E così in effetti è stato. Decisione giunta in questi istanti all’avvocato che li ha rappresentati in questa battaglia legale, Santo Botta, e ancora non arrivata alle tredici famiglie dello stabile. Vivono ancora tutte lì, dove prima c’erano gli uffici comunali: tra loro ci sono 27 bambini e quattro donne incinte. Anche loro hanno occupato in maniera abusiva: hanno diviso gli appartamenti, portato acqua e corrente elettrica dove mancava, creato nuovi bagni, reso un palazzo in stato d’abbandono un vero e proprio condominio, con tanto di cartelli affissi sul portone d’ingresso per invitare i residenti a tenere pulito, non buttare mozziconi di sigaretta nella scala, non dimenticare il portone aperto.
«Si troveranno in mezzo alla strada e senza alternative concrete – osserva l’avvocato Botta -. Potranno solo concordare una data per il rilascio volontario dell’immobile e salvare i loro beni, tutt’al più». Il Comune, che adesso dovrà stabilire le tempistiche di intervento, sarà chiamato anche a trovare un’alternativa valida affinché queste persone non finiscano effettivamente per la strada. Cosa esclude, in queste condizioni e visto la presenza soprattutto di molti bambini, che buttati forzatamente fuori da questo stabile non vadano ad occuparne un altro con le stesse modalità, in mancanza di alternative valide?
Già un mese fa raccontavano a MeridioNews di non aver mai visto nessun rappresentante delle istituzioni occuparsi della loro situazione: «Nessuno è mai venuto a vedere in che condizioni viviamo o ci ha chiesto perché abbiamo occupato. Siamo brave persone, ci piacerebbe parlare con Orlando per spiegargli le nostre ragioni». Un incontro che forse, adesso, visto la decisione del tribunale amministrativo, potrebbe accadere necessariamente.