L'attività commerciale aveva cambiato nome ma dietro si sarebbe celato sempre il mafioso affiliato al clan dei Cursoti. Noto per il suo soprannome e per il coinvolgimento in un'inchiesta su un giro di truffe alle assicurazioni
Via Plebiscito, sigilli alla trattoria del boss Arena Si era ripreso l’arrusti e mangia dopo la confisca
Lo Stato gli aveva tolto la trattoria in via Plebiscito nel 2013 ma lui, il boss Antonino Arena conosciuto con l’appellativo di ‘u puppittaro, non aveva mollato e se l’era ripresa appena uscito dal carcere. Per riuscirci avrebbe coinvolto anche i suoi familiari, tutti dipendenti dell’arrusti e mangia gestito da un amministratore giudiziario. Insieme gli avrebbero reso impossibile la gestione tanto da costringerlo a chiudere l’attività nell’estate 2018.
Polpette e carne di cavallo però sono tornati presto sui bracieri incandescenti. Ad Arena e alla sua famiglia è bastato trovare delle teste di legno, una società di comodo, la Stella srl, un nuovo nome e una rinnovata insegna: trattoria del Principe. L’attività commerciale adesso è stata sequestrata dopo un’operazione della squadra mobile su delega della procura etnea.
Arena, dopo essere stato scarcerato nel 2017, era stato sottoposto alla sorveglianza speciale finendo pure indagato in una storia su un giro di truffe alle assicurazioni. Adesso, passati due anni, è tornato in prigione. Accusato di trasferimento fraudolento di valori e con l’attività commerciale tornata sotto sequestro. Dietro la società Stella srl, gestita per il 95 per cento dalla moglie Francesca, Arena avrebbe continuato a gestire i suoi affari.