Rapinatore morto in minimarket Aveva ingerito delle anfetamine

Sarebbe morto per cause naturali l’uomo deceduto la scorsa notte dopo aver tentato di rapinare un negozio di alimentari in via Maqueda a Palermo. L’autopsia disposta dalla procura – l’inchiesta è condotta dall’aggiunto Ennio Petrigni – ha accertato che l’uomo, un palermitano pluripregiudicato e non un extracomunitario come detto in precedenza, aveva ingerito delle anfetamine. La morte, per collasso cardiocircolatorio, sarebbe seguita a una reazione vagale aggravata dall’uso di droga. Il medico legale, che ha appena concluso l’autopsia, domani formalizzerà le sue conclusioni ai pm. La vittima è il 37enne Matteo Tresa che, secondo gli investigatori, stava tentando di rapinare l’esercizio commerciale all’altezza di via Ponticello.

Proprio oggi, la polizia ha arrestato due bengalesi, Abdul Matin e Kabir Humayun. Si tratta del dipendente del mini market e di un amico sorpresi dal rapinatore la notte scorsa. Gli agenti avevano contestato loro il reato di omicidio ma non era ancora chiaro se l’uomo sia morto durante la colluttazione con i due, che hanno cercato di difendersi, oppure per un infarto. Le conclusioni dell’esame autoptico ora potrebbero alleggerire le responsabilità dei due bengalesi e potrebbero far cadere l’accusa di omicidio con la quale sono stati posti ai domiciliari. Sul corpo dell’uomo, immobilizzato dai due, sono state trovate solo lievi ecchimosi e non segni di percosse

Secondo una prima ricostruzione, i due bengalesi hanno avvertito il titolare del negozio, che ha chiamato la polizia. Quando gli agenti sono arrivati entrambi erano accanto al cadavere. Avendo visto l’uomo brandire una bottiglia lo hanno immobilizzato stringendogli il torace. La vittima avrebbe fatto resistenza scalciando e poi non avrebbe più dato segni di vita. Qualora l’autopsia stabilisse che l’uomo è morto di infarto e non in seguito alla colluttazione, cadrebbe l’ipotesi dell’omicidio. Se invece venisse accertato un nesso tra il decesso e le resistenze opposte dall’uomo, i pm dovrebbero valutare se ci si trovi di fronte ad un eccesso colposo o doloso di legittima difesa. Nel frattempo entrambi i bengalesi sono stati messi ai domiciliari.


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