Acefala da più di un secolo e priva dell'oggetto che teneva in mano, il monumento a Ferdinando II di Borbone negli ultimi anni è diventato il preferito dalla fantasia dei cittadini. Agghindato con pallone e bandiera nel periodo dei mondiali di calcio, per qualche ora si è presentato con due lampade illuminate al posto del capo e sulla mano. Nessuna tregua alla memoria dell'ex monarca a cui, negli anni, il Comune di Catania ha sbagliato persino il nome sulla targa
Via Dusmet, illuminata statua senza testa Decapitazione garibaldina, addobbi catanesi
Ferdinando II di Borbone come Darth Fener. Per qualche ora somigliava più all’eroe di Guerre Stellari che all’ex monarca del Regno delle due Sicilie la statua di via Dusmet, un’opera in marmo alta più di tre metri tra gli archi della marina e il palazzo Biscari. Agghindata non si sa da chi con due luci: una al posto della testa – che da sempre nella memoria dei catanesi manca alla statua – e l’altra sulla mano, monca dell’oggetto che in origine reggeva. Quasi un’installazione artistica, più ricercata degli scherzi che negli scorsi anni sono toccati a re Ferdinando. L’ultimo, in ordine di tempo, nel periodo dei mondiali di calcio: un pallone al posto del capo e una bandiera dell’Unione europea alla mano. Rivisitazioni che forse non sarebbero troppo piaciute ad Antonio Calì, autore dell’opera, che per il suo lavoro si è ispirato al maestro Antonio Canova.
Eppure a statua senza testa, com’è nota tra i cittadini, è tanto che sopporta. In più di un secolo di cose strane ne ha viste parecchie. Calì, il suo creatore, si era fatto le ossa completando un altro monumento borbonico, a Napoli, lasciato incompiuto dal Canova. Subito dopo si è messo al lavoro, creando per Catania altre tre opere dello stesso tipo dedicate a Ferdinando I e II: di una di queste, però, si ha traccia soltanto nei racconti dell’epoca. La statua di via Dusmet dal 1853 troneggia davanti al palazzo Biscari. Nel 1860 viene disturbata per la prima volta dai garibaldini che, in preda al sentimento antiborbonico, le tagliano la testa. Dopo un soggiorno nei magazzini municipali, viene riportata nella sua aiuola di via Dusmet nel 1964: sempre senza testa, mai ritrovata. E così, acefala da sempre, i catanesi ne hanno memoria. Nel frattempo, però, a mancare è anche l’oggetto che Ferdinando II teneva in mano: uno scettro secondo alcuni, un diploma secondo altri.
Come se perdere il capo non le fosse bastato, alla statua verrà anche tolta la sua identità: la targa posta dal Comune di Catania indicherà raffigurato Francesco I di Borbone. Un errore grossolano, secondo gli esperti. Per evitarlo sarebbe bastato vedere l’opera gemella che si trova a Messina. Oggi la memoria del monarca è affidata alla fantasia dei catanesi.
[Foto di Carla Lo Scalzo]