Un ragazzo sulla trentina è entrato, questa mattina, nella struttura espositiva della via patrimonio dell'Unesco. Ha chiesto un biglietto e, dopo averlo ritirato, si è tolto il giubbotto, rimanendo a petto nudo. Poco dopo, si è sfilato anche i pantaloni. Il tutto davanti a una lavoratrice, che ha chiamato i carabinieri
Via Crociferi, giovane si spoglia al museo Macs «In stato confusionale, non pareva pericoloso»
«Ha chiesto un biglietto, poi si è tolto il giubbotto e sotto era a petto nudo, con questo freddo. Subito dopo, si è tolto anche i pantaloni ed è rimasto in slip». Intorno alle 10 di questa mattina la giovane donna che lavora al museo Macs di arte contemporanea, in via Crociferi, è stata costretta a fare i conti con un visitatore inaspettato. Che, pare in stato confusionale, ha cominciato a spogliarsi di fronte ai suoi occhi, all’interno della struttura espositiva nel cuore del centro storico cittadino. A raccontarlo a MeridioNews è Giuseppina Napoli, direttrice del museo, che in questi minuti è in caserma a raccontare ai carabinieri quanto accaduto.
«Era un ragazzo sui trent’anni, ben vestito, evidentemente in stato confusionale», continua Napoli. La sua dipendente gli avrebbe chiesto di rivestirsi, a quel punto l’uomo si sarebbe rimesso addosso solo il giubbotto, rimanendo in mutande. «Lei era spaventata: era da sola, non sapeva lui come potesse reagire, quindi non sapeva cosa fare». Nel frattempo, lui avrebbe salito le scale e sarebbe andato al piano superiore, «in cui sono esposte opere di valore: io, che nel frattempo ero corsa a Catania da Acireale, ho detto alla lavoratrice di non seguirlo e di chiamare i carabinieri. Il mio primo pensiero è stato tutelare lei».
All’arrivo dei militari, il giovane è tornato all’ingresso, sempre in slip: «Non ha cercato né di rivestirsi né di scappare. Abbiamo tentato di capire chi fosse, all’inizio non ricordava neanche il suo nome. Gli abbiamo dato acqua e zucchero, ha spiegato che era arrivato con la sua automobile e dentro c’erano i documenti». Il ragazzo è stato portato in caserma, «spero solo che possa essere aiutato. Certo, ci ha fatte spaventare, ma non mi è sembrato pericoloso. E non farò neanche una denuncia. Racconterò quello che è successo, dopodiché decideranno i carabinieri se e come proseguire».