Altri passi in avanti nella vertenza che vede coinvolti i lavoratori della struttura assistenziale acese, l'Asp e diversi Comuni. Nell'incontro tenutosi ieri in Prefettura si è discusso dei mancati riconoscimenti delle rette socio-assistenziali, dei contributi elargiti dalla Regione e dei debiti che i Comuni hanno con l'Ipab. Intanto a giorni da Mascalucia dovrebbero arrivare 197mila euro
Vertenza Ipab, in arrivo due mesi d’arretrato Barbagallo: «A breve altri 60mila euro»
Una boccata d’ossigeno per i lavoratori dell’Ipab Oasi Cristo Re di Acireale. È stato trovato l’accordo con il Comune di Mascalucia per il pagamento di 197mila euro, mentre il sindaco di Acireale, Roberto Barbagallo, annuncia lo sblocco imminente di altri 60mila euro. Somme che dovrebbero servire per pagare una parte delle dodici mensilità arretrate per i dipendenti che da tempo sono in stato di agitazione.
La buona notizia è arrivata ieri mattina, durante il secondo incontro tra le parti in Prefettura, a cui ha partecipato una delegazione dei dipendenti della struttura socioassistenziale, formata da Pina Viscuso, Franco Barbagallo, Maria Catena Santini e Rosario Pavone. Come in occasione del primo appuntamento, a prendere parte al tavolo è stato anche il vescovo di Acireale Antonino Raspanti, tra i fautori del percorso di avvicinamento tra Ipab, Asp e Comuni. A presiedere l’incontro, stavolta, è stato il capo di gabinetto del prefetto, Enrico Gullotta, mentre per l’Azienda sanitaria provinciale c’era la dirigente Concetta Colmet. Presenti anche il segretario provinciale Uneba, Salvo Caruso, e il sindaco di Acireale, Barbagallo.
Tanti gli argomenti affrontati, a partire dal nodo principale della disputa: il mancato riconoscimento da parte dell’Asp dell’integrazione delle rette socio-assistenziali: «Abbiamo fatto presente – racconta la dipendente Pina Viscuso – l’assurdità che sta alla base dell’intera vertenza. L’Asp riconosce come autosufficienti pazienti affetti da demenza e sclerosi, mentre fino al 2006 alle stesse persone veniva corrisposta la retta». Da parte dell’Azienda sanitaria provinciale è giunta la disponibilità ad affrontare la questione: «Ci è stata assicurata – prosegue Viscuso – la volontà di cambiare trattamento da qui in avanti, mentre per le rette pregresse si cercherà un accordo. L’Asp sostiene che si sarebbe dovuto fare ricorso sin dall’inizio, aggiungendo che a occuparsene non sarebbe dovuta essere l’Ipab, bensì i Comuni che fanno da intermediario tra noi e l’azienda sanitaria».
Ed è sui mancati pagamenti da parte dei Comuni che la discussione è proseguita: «Finalmente – aggiunge la portavoce dei lavoratori – ci è stata data la conferma dell’accordo trovato con il Comune di Mascalucia per il pagamento di 197mila, che dovrebbero essere utilizzati esclusivamente per i pagamenti di due mensilità. Si tratterebbe degli stipendi di luglio e agosto 2013. Inoltre – continua Viscuso – il capo di gabinetto del prefetto ci ha richiesto la consegna della documentazione riguardante i crediti che l’Ipab vanta con i vari comuni». Tra questi, anche Acireale: «Il neosindaco Barbagallo – aggiunge Viscuso – ha detto che altri 60mila euro potrebbero essere sbloccati nei prossimi giorni, aggiungendo che il debito del Comune di Acireale ammonterebbe oramai a 76mila euro. Tuttavia, tengo a precisare che in base ai dati in nostro possesso, da Acireale dovranno arrivare molti più soldi, circa 147mila euro». Viscuso ha poi tenuto a specificare che il fatto che il Comune di Acireale abbia un debito relativamente contenuto è dovuto al lavoro compiuto dalla passata amministrazone guidata da Nino Garozzo, che avrebbe portato il debito da circa un milione a 200mila euro.
A fine incontro la delegazione dei lavoratori che non si riconoscono in alcun sindacato si è detta fiduciosa di riuscire a sbrogliare una matassa, fino a poche settimane fa apparentemente inestricabile: «La speranza – conclude Viscuso – è che oltre a risolvere la vertenza, si possa guardare al futuro con più programmazione e trasparenza. Partendo da una revisione dei contributi che la Regione elargisce indiscriminatamente anche a quelle Ipab che di fatto non sono fruttuose». Nell’attesa, comunque, il sit-in permanente, che va avanti da fine giugno, continuerà.