Venturi, denuncia a scoppio ritardato

di Gaetano Flores

L’assessore dimissionario, Marco Venturi, ha toccato e visto, dalla plancia di comando dell’amministrazione regionale, quanto tempo e risorse siano utilizzate dal Governo dell’Isola per il bene pubblico, e quanto invece siano destinate ad alimentare la sterminata platea dei precari e delle spese improduttive.

Certo, svela quello che in tanti hanno denunciato, ma quasi nessuno ha realmente impedito: e cioè che lo sviluppo economico è visto dall’oligarchia politica siciliana come un ostacolo al proprio dominio.

Perché far crescere un diffuso tessuto di piccola imprenditoria che non sarà mai acquiescente cliente, quando con le stesse risorse economiche si possono foraggiare migliaia di capitoli improduttivi del bilancio regionale e acquisire tanti diligenti soldatini che batteranno le mani e deporranno la scheda nel modo voluto?

In nessuna regione italiana la classe politica conta quanto quella siciliana. E in nessuna regione la politica è vista come il vero ostacolo, quasi al pari della criminalità, allo sviluppo. La raccolta differenziata è un scelta di civiltà e una risorsa economica e qui si inventano i famigerati Ato rifiuti, superfetazione parassitaria che foraggia la platea degli esclusi dalle cariche elettive e distrugge le efficienze dei servizi nei piccoli comuni.

Le presenze turistiche in Sicilia sono bassissime rispetto alla potenzialità? La politica ha la sua ricetta: faraoniche spese di rappresentanza, promozioni costose quanto inutili e nessuna reale influenza sull’incremento dei flussi turistici. L’acqua è un bene pubblico, un referendum lo sancisce, ma in Sicilia non vale e sono in preparazioni cessioni miliardarie.

L’elenco potrebbe continuare. Come tanti sceriffi di Nottingham, l’oligarchia politica siciliana aumenta le tasse per remunerare le sue rendite parassitarie.

La denuncia di Venturi arriva tardiva. Non c’era bisogno di entrare dentro le segrete stanze della politica per vedere quello che ogni giorno si respira. Confindustria Sicilia non dovrebbe limitarsi a comunicati stampa o attacchi all’animale morente.

Dagli industriali siciliani ci aspettavamo qualcosa in più. La verità è che i vertici politici che si sono avvicendati negli uffici della Regione hanno calcato, tutti, le stesse strade. Compreso il Governo Lombardo, del quale lo stesso Venturi ha fatto parte.

Se le sponde politiche dell’opposizione non ci sono e quelli dei media indipendenti si rivelano deboli e inascoltati, si utilizzino gli strumenti di legge per impedire i saccheggi e la distrazione delle risorse dai loro fini originari. Palermo, Roma, Bruxelles. Ci sarà pure un giudice da qualche parte che scacci i mercanti dal Tempio.

 


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