Varchetta: il mio canto per Rita Atria

Decido che nel mio piccolo qualcosa devo fare e inizio a scrivere”, è così che Fabrizio Varchetta, cantautore e operaio emiliano, spiega la nascita della canzone “Testimone di Giustizia” da cui parte l’idea del tour che da domani 5 maggio lo porterà in Sicilia, iniziando da Catania, all’Auditorium del Monastero dei Benedettini.

Fabrizio conosceva già la storia di Rita Atria e Piera Aiello, le due testimoni di giustizia strettamente legate al giudice Paolo Borsellino, ma un programma radiofonico, ascoltato durante un pomeriggio d’estate in officina, gli fornisce lo spunto per scrivere. É però un tema delicato e si tratta della vita di due persone che hanno sofferto, perciò Varchetta contatta l’Associazione Antimafie “Rita Atria” per ottenere il permesso di “scrivere una canzone su Rita e Piera, che in generale si rivolge a tutti i testimoni di giustizia”, ci spiega il cantautore.

Da quel momento è nata una stretta collaborazione fra l’associazione e l’artista emiliano, che ha portato alla realizzazione di un mini tour concentrato in quattro giorni ma ricco di date importanti, che includono ben sei esibizioni dal vivo. “Fabrizio è un cantautore di quelli che nella vita pagano il prezzo della coerenza” racconta Nadia Furnari dell’Associazione “Rita Atria”, subito entusiasta della proposta. L’idea iniziale era quella di realizzare un cd dedicato ai testimoni di giustizia, per supportarli soprattutto da vivi, ma “abbiamo rimandato il progetto a quando avremo qualche soldo e quindi probabilmente a mai… Però non disperiamo” spiega Nadia Furnari.

Rimaneva comunque l’idea di portare Varchetta in Sicilia e presentare l’ultimo disco “Siamo gli Operai” proprio per puntare i riflettori sul diritto al lavoro e su tutti quegli uomini e donne vittime delle politiche di lavoro mafiose. “L’articolo 1 della nostra Costituzione dice che l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, ma i fatti dicono che in Sicilia il lavoro non è un diritto ma una merce di scambio, quasi un favore”, sottolinea la Furnari. Come sempre il ricavato delle vendite dei cd sarà quindi devoluto alle famiglie degli operai morti sul lavoro.

Il 5 maggio Varchetta, accompagnato dalla sua band Witko, suonerà all’auditorium dei Benedettini della facoltà di Lingue dell’Università di Catania. Ad accoglierlo ci saranno anche le cantautrici Matilde Politi e Simona Di Gregorio, che riproporranno canti di lavoro tradizionali del popolo siciliano. Tre artisti con linguaggi e stili diversi, ma accomunati dalla motivazione, “direi la necessità, di parlare in musica di quello che crediamo abbia bisogno di passare di bocca in bocca, di essere condiviso. Alcuni valori sono stati dati per scontati, per poi essere messi sullo sfondo e abbandonati, calpestati”, commenta Matilde Politi.

Il mini tour o meglio “le suonate”, come preferisce definirle Fabrizio Varchetta proseguiranno mercoledì 6 a Caltagirone in piazza, l’8 mattina in una scuola a Corleone, la sera a Trapani con i Modena City Ramblers e poi al “Caffè Sotto il Mare” sempre a Trapani. E ancora il 9 a Cinisi al concerto per Peppino Impastato. Fra un concerto e l’altro ci sarà anche spazio per incontri e visite, come quella in una scuola a Caltagirone e allo Zen 2 di Palermo, oltre all’immancabile saluto a Rita Atria. Luoghi scelti pensando a un itinerario che tocchi tutta la Sicilia.

Ma con quale animo ha risposto Varchetta alla proposta di venire fin quaggiù? Ce lo racconta lui stesso: “All’inizio ho pensato ‘Oh, ma è lontano!’. Però un po’ di spirito di avventura, la voglia di stare insieme, la curiosità, e poi il desiderio di conoscere le persone, i luoghi… Insomma, basta un po’ di voglia di vivere per superare la difficoltà di un viaggio in furgone”. Di vivere e di testimoniare, appunto, in musica.


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