Un esemplare di razza con problemi comportamentali, scappato alla prima famiglia adottiva ma sopravvissuto ad un lungo periodo di randagismo grazie anche all'affetto degli abitanti del quartiere da cui ha persino preso il nome. Adesso si prova a farlo adottare
Valverde: Peep, il cane in fuga curato dal quartiere Dopo venti mesi da randagio lo shih tzu cerca casa
Quella di Peep, il cagnolino di razza shih tzu che è stato finalmente ritrovato, pulito e curato dopo venti mesi di vagabondaggio a Valverde – nella zona denominata Peep della quale porta il nome – è una storia sofferta e travagliata che, nonostante la grande solidarietà mostrata dagli abitanti della zona, non è ancora giunta a un lieto fine. A raccontarcela è il signor Ruggero Cosentino, un cittadino di Valverde che negli scorsi giorni e dopo molte difficoltà è riuscito ad avvicinare il cane – disperso da gennaio 2016 – per consegnarlo alle cure dei veterinari: «Peep è un cane molto timoroso a causa della sua storia pregressa, ha subito dei maltrattamenti. Ha paura di tutto, ma può riacquisire un comportamento normale se affidato alla famiglia giusta che sia in grado di farlo rimanere in casa e farlo sentire a suo agio».
La vicenda del piccolo shih tzu viene descritta con dovizia di particolari sulla pagina Facebook Peep – il cane circondato da tanto affetto, gestita dallo stesso Cosentino: qualche giorno dopo essere stato affidato a una famiglia di San Gregorio, Peep scappa e fa perdere ogni traccia di sé, nonostante la denuncia sporta e le ricerche proseguite per varie settimane. Tempo dopo, il cane viene notato dagli abitanti del quartiere di Valverde – area di espansione urbana destinata ad alloggi popolari – che si prodigano a fornirgli cibo e acqua: «Decine di persone hanno aiutato Peep – spiega Cosentino – portandogli sempre cibo e croccantini, alcuni bambini gli si sono tanto affezionati da aver pianto di gioia dopo saputo che eravamo riusciti a prenderlo». Operazione resa difficile in parte dalla tendenza del cagnolino a fuggire, in parte da certe difficoltà burocratiche: dopo un primo recupero con visita veterinaria, notata la presenza di un microchip, il signor Ruggero si è rivolto alla polizia municipale di Valverde, ma a causa della mancata convenzione tra il Comune e un canile o un’associazione – necessaria per poter gestire casi del genere – e impossibilitato a portare con sé Peep, dichiarato cane di quartiere, si è visto costretto a rilasciarlo nuovamente in strada. Salvo poi recuperarlo, questa volta con successo e con l’aiuto di un residente della zona, qualche giorno dopo, col supporto anche dell’Enpa di Acireale che ha preso a cuore il caso.
Dopo essere stato portato a una toeletta e liberato da «quasi 2 chili di pelo lanoso e incudduriato», trovandosi in pessime condizioni dopo tanti mesi di vita randagia, spiega Cosentino, il cane è stato affidato alle cure dei veterinari: «Peep sta meglio, sembrava fosse cieco da un occhio ma non è così; e presto verrà castrato, in modo che sia ancora più facile tenerlo in casa». Quanto all’adozione del cane, chiarito che i precedenti proprietari, nonostante la buona fede, non si siano stati all’altezza di gestire un animale con evidenti problemi comportamentali, il cittadino rilancia l’appello già diffuso su Facebook: «L’ideale sarebbe consegnarlo a una famiglia, magari con bambini coi quali il cane va molto d’accordo, che lo tenga in casa almeno nel periodo iniziale in modo da farlo abituare alla vita tra le mura domestiche. Peep è molto bello, è uno shih tzu di razza pura, ed è buonissimo: dopo aver trascorso un anno e mezzo in un bosco di rovi, dopo essere stato preso e aver aspettato a lungo, si è lasciato tosare per novanta minuti, senza mai abbaiare né ringhiare. Solo con l’amore di una famiglia competente si potranno risolvere i suoi tanti problemi e magari un addestratore potrà aiutarlo a superare i traumi subiti».
Il cagnolino è stato momentaneamente affidato alle cure di Simona Ruberto, responsabile dell’associazione di volontariato Lida Ionica di Nizza di Sicilia, che ci spiega: «Le analisi del sangue non hanno evidenziato alcun problema, le sue condizioni di salute sono buone e migliorano progressivamente. Dovremo purtroppo fare un’endoscopia nasale perché sospettiamo la presenza di un corpo estraneo nella narice, si tratta di una procedura non semplice, da fare sotto anestesia». Ruberto prosegue poi fornendo qualche dettaglio sul passato dell’animale: «L’aspetto più preoccupante è il suo stato psicologico: Peep è un cane fobico, di conseguenza anche un’azione semplice come mettere la pettorina e uscire diventa difficile. Questo cane ha una lunga storia di traumi pregressi: l’avevo portato via da un allevamento in cui veniva maltrattato, viveva in un box in pessime condizioni ed era tenuto lì solo per la riproduzione. Poi è stato affidato a una coppia di anziani, ma dopo qualche giorno è scappato e io sinceramente, quando l’ho saputo, l’ho dato per morto. È incredibile come sia riuscito a sopravvivere là fuori, superando il caldo estivo e l’inverno con tanto di nevicate».
Adesso Peep è in cerca di qualcuno che lo adotti: «Serve qualcuno che abbia esperienza con i cani fobici e che si faccia aiutare da un esperto – ammonisce Simona Ruberto – perché il suo comportamento, con la sua ormai istintiva tendenza alla fuga, risente di un passato traumatico e dei venti mesi trascorsi fuori: questo cane ha passato un inferno, mitigato dall’affetto dei residenti della zona che gli hanno portato cibo e dall’insolita complicità con i gatti randagi, dai quali è stato spesso visto ricevere conforto. Non morde e non ringhia, il problema è la paura costante di qualsiasi rumore». Non occorre, dunque, una semplice adozione ma, secondo l’attivista, «Una vera e propria adozione di cuore, i suoi problemi sono risolvibili, ma solo con tanto amore e costanza», conclude.