Valle del Mela, ministeri in disaccordo su inceneritore No dai Beni culturali, mentre via libera dall’Ambiente

L’inceneritore della Valle del Mela non s’ha da fare. Almeno per il ministero dei Beni culturali. Perché, al contrario, la commissione tecnica di valutazione ambientale la pensa diversamente. «L’iter autorizzativo del mega-inceneritore di A2A che minaccia la Valle del Mela e dintorni giunge al round finale, con il parere positivo del ministero dell’Ambiente e il parere negativo del ministero dei Beni culturali». A scriverlo ieri è stato il comitato dei cittadini che si oppone al sito l’inceneritore che invita il Consiglio dei Ministri a intervenire. A far scatenare la reazione degli ambientalisti è stata la possibilità di leggere i contenuti dei pareri del ministero ai Beni culturali e quello del ministero dell’Ambiente. C’era grande attesa soprattutto per quest’ultimo documento, visto che a giugno del 2017 era arrivato un nuovo parere positivo per il termovalorizzatore di San Filippo del Mela da parte della conferenza dei servizi convocata presso il ministero dell’Ambiente, con la quale si è concesso alla società A2A Energie Future, incaricata della realizzazione dell’opera, l’autorizzazione integrata ambientale. 

«Adesso il procedimento autorizzativo per la realizzazione dell’inceneritore è in corso presso la presidenza del consiglio dei ministri». A rivelarlo a Meridionews è Peppe Maimone dell’Adasc che ha appreso da poco la notizia. «Intraprenderemo qualsiasi azione, anche eclatanti. Non possiamo accettare che la legge venga rispetta da pochi e non da tutti». Anche Maimone sarà presente domenica alle 15 alla manifestazione per il no all’inceneritore, con partenza da piazza San Papino a Milazzo. «La manifestazione serve a chiarire definitivamente a tutti gli attori politici e istituzionali da che parte sta la volontà popolare – scrive il comitato – pretendendo un intervento proficuo da parte della politica e delle amministrazioni locali in tal senso, considerando anche che ormai il governo è in campagna elettorale». 

Guardando ai pareri si nota che mentre per il ministero dei Beni culturali un fattore vincolante è l’approvazione del piano paesaggistico che impedirebbe la realizzazione di siti che non vanno nella direzione della riconversione ecologica dell’area in cui dovrebbe sorgere il termovalorizzatore, per la commissione di valutazione del ministero dell’Ambiente non ci sarebbero elementi ostativi. A riguardo il pensiero di Maimone è netto: «Gran parte del parere sembra sia stato scritto da A2A – attacca l’attivista -. Si limita a riproporre gli stessi contenuti (addirittura le stesse frasi e gli stessi periodi!) dello studio presentato dalla società lombarda. Invece non sono state prese in considerazione le argomentazioni di centinaia e centinaia di pagine di osservazioni e pareri contrari al progetto, come se all’improvviso, magari per disposizioni dall’alto, bisognasse formulare un parere positivo in quattro e quattr’otto». Nel parere della commissione tecnica viene sottolineata l’assenza del parere della Regione.


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