Il simulacro che raffigura la patrona di Catania è stato nuovamente deturpato da ignoti. Il monumento, colpito a più riprese da un piccone o una mazza, è stato recitanto con una barriera metallica in attesa di un imminente restauro. Il sindaco Bianco: «La cittadinanza aiuti nelle indagini». Guarda le foto
V. Dusmet, nuovo sfregio all’altarino di S. Agata Scomparsi anche oggetti decorativi della statua
Ennesimo atto vandalico ai danni della fontana di Sant’Agata in via Dusmet a Catania. Sembra non esserci pace per l’effige della patrona del capoluogo etneo, suo malgrado protagonista di reiterati episodi di vandalismo. Il più recente è accaduto la scorsa notte: il volto e il busto dell’altarino sono stati sfregiati a seguito di violenti colpi contundenti, sferrati probabilmente con una mazza o un piccone, rovinando l’antico monumento catanese. Come se non fosse sufficiente, è stato deturpato l’intonaco di colore oro del busto, diversi oggetti decorativi tenuti in mano dalla santa sono spariti assieme alla lampadina della lanterna adiacente al bassorilievo.
Si procederà con «un immediato restauro, che sarà portato a termine in tempi brevi». Lo comunica il sindaco Enzo Bianco, a seguito di un serrato confronto nel corso del sopralluogo avvenuto stamattina alle 12. La fontana è stata in seguito chiusa, coprendo l’altarino con un telo. Nel pomeriggio gli operai del settore comunale Manutenzioni l’hanno inoltre recintata con un barriera metallica. Le procedure per consentire ai restauratori di intervenire in sicurezza sono stati attivate. Il sindaco condanna l’atto vandalico, domandandosi a chi «possa venire in mente di perpetrare questi oltraggi. Chiedo alla città – aggiunge Bianco – di collaborare alle indagini». «Purtroppo non c’è molto da dire. C’è da piangere», commenta la soprintendente ai Beni culturali di Catania Mirella Patanè.
Situata nei pressi di Porta Uzeda, di fronte agli Archi della marina, la fontana venne realizzata per iniziativa del duca di Carpignano Francesco Lanario nel 1621, l’allora soprintendente generale alle fortificazioni a Catania. La fontana venne costruita nel luogo in cui, secondo le tradizioni popolari, le reliquie di Sant’Agata vennero trafugate nel 1040 dal generale bizantino Giorgio Maniace e portate successivamente a Costantinopoli, dove rimasero conservate fino al 1126. La fontanella, appellativo conferito dai catanesi, resta tutt’oggi un luogo di grande valore per la cittadinanza: è qui che vengono posati i fiori e le candele accese dai fedeli durante la festa di Sant’Agata.
Il busto agatino non sembra però godere di vita facile ai giorni nostri: lo scorso febbraio è stato circondato da un intonaco color rosa confetto, insolita operazione di restauro avvenuta dopo un grave episodio vandalico in cui l’altarino è stato ricoperto di feci.