Il rettore dell'ateneo palermitano Micari interviene sullo scandalo giudiziario che coinvolge diversi docenti universitari. «La legge Gelmini ha contribuito a cambiare le cose. Noi abbiamo fatto di più, collegando il vincolo del quarto grado parentale già al momento della programmazione»
Università, inchiesta su baroni e nepotismo «Sbagliato generalizzare, non è tutto marcio»
«Preoccupato per scandalo università? Mi preoccupo quando si fanno generalizzazioni, dire che tutto il mondo universitario è marcio mi terrorizza. È la logica del vedere tutto negativo». A dirlo è il rettore di Palermo Fabrizio Micari, candidato governatore per il centrosinistra, in merito allo scandalo giudiziario che coinvolge diversi docenti universitari in Italia. Nell’inchiesta della Procura di Firenze risultano coinvolti anche tre docenti dell’ateneo palermitano.
Per il rettore la situazione è comunque migliorata rispetto ad anni fa: «L’Università di Palermo non è più quella del 2008, quando c’era un disegno di famiglie: quella generazione è out perché è andata in pensione; certo, ci sono i figli ancora, ma quello che è importante è che non ci sono i nipoti».
Secondo Micari, infine, la pratica del ‘nepotismo’ in ateneo sarebbe da tempo scongiurata. «La legge Gelmini ha contribuito a cambiare le cose – ha aggiunto – Noi abbiamo fatto di più, collegando il vincolo del quarto grado parentale già al momento della programmazione».