Università di Catania, studenti contro il taglio degli appelli. «Così non permettono il recupero delle materie»

Gli studenti dell’Università di Catania annunciano la loro mobilitazione contro le modifiche del regolamento didattico. Domani e martedì 25 ottobre sono pronti a protestare in piazza davanti alla riduzione degli appelli e alla riforma avanzata dalla Commissione Didattica d’Ateneo.

«Ridurre gli appelli obbligatori – sostengono – della sessione autunnale da due ad uno significa eliminare di fatto gli appelli per il recupero delle materie degli anni precedenti, prevedendo obbligatoriamente una sola data nel periodo di dicembre in coincidenza con l’appello straordinario previsto per gli studenti fuori corso, laureandi, lavoratori, atleti ed in situazione di difficoltà e privando, di conseguenza, gli studenti dell’altra data prevista nel secondo semestre per sostenere l’esame». Un taglio inaccettabile con effetti sulle loro carriere ma soprattutto sul rispetto dei tempi per il conseguimento dei titoli. «Inoltre – aggiungono – allo studente che non supererà l’esame al primo appello verrà negata la possibilità di ripetere la prova nell’appello immediatamente successivo rallentando radicalmente il percorso di tantissimi studenti universitari».

Ma a non andare giù sono pure altri aspetti. Tra le modifiche proposte dalla Commissione didattica, infatti, si fa strada anche la possibilità di costituire commissioni di esami monocratiche composte singolarmente dal docente titolare senza altri membri; l’eliminazione della figura di studente laureando iscritto con riserva dal regolamento didattico d’ateneo; l’esclusione ingiustificata degli studenti regolari in debito delle materie dell’anno precedente alla sessione straordinaria effettuata nel periodo fra marzo e maggio e l’eliminazione delle agevolazioni a loro riservate come la riduzione della frequenza obbligatoria e appositi supporti didattici. «Queste modifiche promosse dall’Ateneo di Catania si pongono totalmente in contrasto con l’idea di velocizzare le tempistiche universitarie e l’accesso al mondo del lavoro e – concludono – siamo pronti a scendere in piazza per opporci con forza insieme a tutti gli studenti».


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