L'esterno destro albanese classe 2000, uno degli under più convincenti nella squadra di Pergolizzi, conferma che la solidità dello spogliatoio è il valore aggiunto di questo gruppo. La ripresa, intanto, è un'incognita: «Meritiamo, in ogni caso, il passaggio al professionismo»
Unità e compattezza i segreti dei rosanero Doda: «Il Palermo la mia seconda famiglia»
Una doppia vittoria. Al di là dei risultati, che premiano la squadra di Pergolizzi capolista nel girone I del campionato di serie D, uno degli obiettivi del Palermo targato Hera Hora era quello di sviluppare un senso di comunità e di appartenenza ai colori. Missione compiuta: questi valori, visibili attraverso il forte legame che la società ha saputo creare con l’ambiente e il territorio, sono presenti anche all’interno dello spogliatoio. Che poggia su una base solida formata da un mix di unità, compattezza e spirito di gruppo: «In queste settimane in cui ho avvertito di più la mancanza dei miei cari è stato fondamentale l’affetto della mia seconda famiglia – ha sottolineato il terzino destro albanese Masimiliano Doda al sito ufficiale – siamo costantemente in contatto tra di noi: calciatori, direttori, staff tecnico, staff medico e team manager. Impossibile considerarli solo rapporti di lavoro. L’aspetto umano di tutto ciò è prioritario. La nostra unione ed organizzazione societaria è alla base dei successi e non abbiamo rivali in questa categoria. Il futuro dei campionati sarà deciso dalle istituzioni ma dopo ventisei giornate di campionato sempre al comando e sette punti di vantaggio sulla seconda il primato non può essere messo in discussione, la squadra merita il passaggio al professionismo».
Anche il numero 23 rosanero, a proposito dell’attualità caratterizzata dallo stop causa Coronavirus, non vede l’ora di respirare nuovamente profumo di normalità: «Dopo oltre un mese trascorso in isolamento forzato c’è tanta voglia di riassaporare la libertà. La speranza è che presto ci sia consentito quanto meno di allenarci in gruppo, ovviamente nel rispetto di qualsiasi precauzione sanitaria. Mi manca correre dietro al pallone lungo la fascia così come mi mancano tutti quelli che ogni giorno lavorano per il bene del Palermo. Sono stato fiero delle parole e della scelta del premier albanese Edi Rama di inviare da Tirana medici e infermieri in aiuto all’Italia. In un contesto di emergenza globale un simile gesto di solidarietà dovrebbe essere d’esempio. Sono molto legato all’Albania e al suo popolo, dopo il terribile terremoto che ha sconvolto il Paese alla fine del 2019 assieme a Kraja (centrocampista rosanero nato in Italia ma anche lui di origini albanesi, ndr) abbiamo sentito il bisogno di conoscere i nostri fratelli di Piana degli Albanesi. È stata un’esperienza molto istruttiva e la ricordo con grande affetto».
Un giudizio sul rendimento di Doda? Promosso. Nel panorama degli under, l’esterno classe 2000 arrivato in estate a titolo definitivo dalla Sampdoria è stato finora uno dei rosanero più convincenti: «Questa stagione è stata fondamentale perché sono maturato sia dal punto di vista umano che calcistico. Dispiace per l’infortunio subìto nella prima trasferta del girone di ritorno (lesione distrattiva del legamento collaterale mediale del ginocchio sinistro rimediata durante la gara con il San Tommaso, ndr) che mi ha frenato, sono consapevole che il mio percorso di crescita sia soltanto all’inizio e la strada sarà molto lunga e difficile. La mia ambizione – conclude Doda che in questo campionato ha collezionato 21 presenze, di cui 20 da titolare, condite dal gol realizzato a Locri contro il Roccella – è quella di proseguire la mia esperienza in rosanero, vorrei dimostrare le mie qualità in un contesto più selettivo e conquistare, settimana dopo settimana, la fiducia e la stima del club e dei tifosi. Palermo è una piazza incredibile, la passione della sua gente ti travolge e allo stesso tempo ti spinge a dare tutto per questi colori che bisogna onorare al massimo, in campo ma anche fuori».