Era fissata per oggi pomeriggio un'altra riunione del consiglio di amministrazione dell'università di Catania. All'ordine del giorno ancora l'affaire Lucio Maggio, l'ex direttore generale che, dopo la rimozione, ha dato il via a una battaglia legale senza esclusione di colpi. Che ora si arricchisce di un nuovo capitolo
Unict, niente reintegro per l’ex direttore Maggio L’avvocato: «Esposto in procura contro il rettore»
La seduta del consiglio di amministrazione dell’università di Catania si è chiusa da qualche ora ma il risultato era prevedibile: l’ex direttore generale Lucio Maggio non sarà reintegrato. A deciderlo, con il sostegno dell’avvocatura distrettuale dello Stato, è stato l’organismo dell’ateneo etneo. Che, ancora una volta, ha stabilito che Maggio non tornerà al suo posto. Nonostante quanto stabilito dalla giudice del Lavoro Patrizia Mirenda che, con una sentenza emessa a metà maggio, ha deciso il reintegro e un maxi-risarcimento per il burocrate. Già all’epoca, però, Unict aveva fatto ricorso con richiesta di sospensiva. Cosa alla quale l’ex direttore generale, tramite l’avvocato Concetto Ferrarotto, si era opposto. Adesso arriva un nuovo capitolo giudiziario, con la minaccia di un esposto alla procura di Catania da parte di Maggio e l’ombra di una denuncia nei confronti del magnifico rettore Giacomo Pignataro.
Quando Lucio Maggio è stato rimosso dall’incarico di direttore generale è partita una battaglia che si è spostata quasi subito sul piano legale. Il primo risultato, seguito a un procedimento abbreviato davanti al tribunale del Lavoro, era stato il reintegro immediato del burocrate nelle sue funzioni. A disporlo, a novembre 2014, era stata proprio la giudice Patrizia Mirenda. La stessa che a maggio, al termine del rito ordinario di primo grado, ha confermato la sua decisione di allora. In quei mesi, però, l’avvocatura dello Stato – che patrocina l’università etnea – aveva presentato un ricorso. E aveva ottenuto la sospensione della precedente ordinanza. Era gennaio 2015 e da quel momento gli occhi erano rimasti puntati sulla nuova sentenza, quella del processo che è andato avanti senza riti abbreviati, e che è arrivata due mesi fa.
Da allora, però, la questione è rimasta in ballo. «A nostro avviso si stanno dando al consiglio di amministrazione più poteri di quanti non ne abbia», arringa il penalista Dario Riccioli, che assiste Lucio Maggio in un altro dei possibili versanti giudiziari della vicenda. «La responsabilità della decisione di non reintegrare il direttore generale è solo di Giacomo Pignataro. È individuale come la responsabilità penale – precisa – Motivo per il quale ci riserviamo di presentare un esposto alla procura della Repubblica, in cui potremmo configurare più di un reato». A carico del rettore ma, forse, anche di qualcun altro. «Una volta che avremo portato le carte ai magistrati saremo più precisi – continua Riccioli – Allo stato attuale non possiamo dire altro». Il tempo, intanto, passa. E il contratto di Maggio si avvia alla sua naturale scadenza, fissata per il 31 agosto 2016.