Unict, Lucio Maggio reintegrato come direttore generale Il provvedimento deciso dal tribunale del lavoro

Reintegrato con effetto immediato. Lucio Maggio, l’ex direttore generale dell’università di Catania, è stato riammesso nel suo ruolo dirigenziale dal tribunale del lavoro etneo al quale si era rivolto con provvedimento urgente. Il licenziamento del dirigente, oggi dichiarato illegittimo dal giudice Patrizia Mirenda, è scattato sei mesi fa, a seguito di un duro scontro diretto con il rettore, Giacomo Pignataro. La decisione era stata preceduta da una sospensione a opera del Consiglio d’amministrazione universitario al termine di un periodo di nervosismi tra il docente di Diritto romano – già dirigente dell’ufficio staff dell’ex rettore Antonino Recca nel 2009, successivamente nominato direttore amministrativo e poi direttore generale – e l’attuale capo dell’ateneo.

Le tensioni sono culminate quando Maggio ha fornito un parere, giudicato errato, in una questione di competenza del rettore e ha rinnovato in maniera autonoma due contratti dirigenziali già indicati (assieme ad altri tre) non conformi alla legislazione in materia dall’Avvocatura di Stato. Ma la tesi sostenuta dal dirigente, oggi reintegrato, è che le competenze delle due figure sono differenti e non prevedono una sudditanza. Dopo il richiamo formale – ritenendosi «vittima di un provvedimento di inaudita gravità» – Lucio Maggio ha denunciato al tribunale del lavoro etneo l’intero ente universitario. «Il ricorso deve essere accolto», ha deciso il giudice. Che ha sottolineato come lo Statuto universitario preveda la fine del rapporto tra direttore generale ed ente universitario solo in caso di «mancato raggiungimento degli obiettivi». Condizione da accertare attraverso norme in materia e da strutture esterne. 

In questi mesi il lauto contratto – oltre 196mila euro lordi all’anno lo stipendio percepito – di quello che è stato considerato uno degli uomini-chiave dell’ex magnifico Recca è stato rescisso e al suo posto è stato nominato Federico Portoghese. Il professore di Diritto romano, per tutta risposta, ha querelato i vertici universitari adducendo come motivazioni sia le stesse relative al procedimento conclusosi oggi che altre sopravvenute successivamente. «Con l’avvento di un nuovo rettore – Giacomo Pignataro, nda – sembra che io mi sia trasformato in una sorta di “delinquente abituale”, colpevole di irregolarità di ogni sorta», aveva lamentato Maggio in una lettera dai toni accesi nella quale respingeva ogni accusa nei suoi confronti. «Non c’è nessuna faida interna – aveva precisato Pignataro – ma si tratta di un provvedimento interno formalizzato con regole precise e basato sulla contestazione di fatti specifici».

Con l’ordinanza odierna del tribunale, resta da capire quali scenari si aprono ai vertici dell’istituzione universitaria. Il reintegro di un direttore generale avvenuto al termine di uno scontro così duro porta con sé un’evidente difficoltà nei rapporti tra le figure principali dell’università. «Abbiamo appena appreso la notizia – afferma a caldo il magnifico attraverso l’ufficio stampa – Non esprimiamo alcun commento finché non avremo esaminato il dispositivo della sentenza valutandolo sotto tutti i profili, tra cui quello giuridico e amministrativo». 


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