Alcuni elementi di novità hanno portato il gip Carlo Cannella a mettere in archivio le misure nei confronti dei docenti. Rimane fuori l'ex Magnifico. «Ha svolto attività di coordinamento non autorizzata», si legge nell'ordinanza
Unict, giudice revoca sette interdizioni. Escluso Basile «Ex rettore ha continuato a comportarsi da direttore»
Sette interdizioni revocate ad altrettanti docenti e un clamoroso colpo di scena. L’inchiesta Università bandita segna un nuovo giro di boa con l’ordinanza firmata dal giudice per le indagini preliminari Carlo Cannella. Un documento di tre pagine in cui vengono elencati i cosiddetti «elementi di novità». Gli stessi che hanno spinto il togato ad accogliere le richieste dei difensori dei vari docenti finiti nel maxi calderone dell’inchiesta sui presunti concorsi truccati.
Niente più proibizioni per il professore Giuseppe Barone, l’ex rettore Giacomo Pignataro. Con loro Michela Cavallaro, un passato al vertice del dipartimento di Economica, Filippo Drago, ex direttore a Scienze Biomediche, Giovanni Gallo, ex capo del dipartimento di Matematica, Carmelo Monaco, ex scienze Biologiche e ambientali e Giuseppe Sessa, ex Medicina.
A determinate un sostanziale cambiamento sono state le elezioni del nuovo rettore e quelle di numerosi dipartimenti. Con le poltrone rimaste senza i rispettivi titolari a causa delle dimissioni in blocco, ufficializzate sia durante gli interrogatori di garanzia che subito dopo l’applicazione della misura dell’interdizione dai pubblici uffici. «Le elezioni – si legge nel provvedimento – hanno del tutto mutato il quadro cautelare» poiché gli indagati «non ricoprono nessun ruolo all’interno dell’università di Catania».
Discorso diverso per l’ex rettore Francesco Basile, considerato dai magistrati al vertice della presunta associazione a delinquere che si sarebbe occupata di truccare i concorsi. Il professore, inibito dalle attività di coordinamento, aveva ottenuto una speciale deroga per esercitare la sola attività di medico chirurgo al Policlinico. Secondo alcuni accertamenti degli inquirenti però, il 6 settembre scorso, Basile avrebbe scritto una nota riguardante l’organizzazione dei dipartimenti assistenziali firmandosi come direttore. Qualifica che effettivamente ricopre dal 30 gennaio 2017 all’interno del dipartimento di Scienze chirurgiche, dell’innovazione e della ricerca in Oncologia.
Discorso simile in una seconda nota datata 26 settembre. Anche in questo caso, evidenzia il giudice nell’ordinanza, firmata come «direttore del dipartimento». Secondo i difensori dell’ex rettore, gli avvocati Attilio Floresta e Angelo Pennisi, il ruolo di Basile di chirurgo non poteva dividere l’aspetto medico da quello organizzativo. Visione diversa da parte del giudice: «Appare evidente che l’indagato abbia proseguito nel suo ruolo di direttore del dipartimento senza nessuna autorizzazione e senza comunicare di svolgere questa attività al giudice e al pubblico ministero».
Aggiungendo pure che Basile avrebbe «convocato i professori inseriti nel dipartimento del Policlinico». Violazioni che hanno determinato il mancato accoglimento della revoca della misura interdittiva. Rimane fuori anche l’ex direttore di Giurisprudenza Roberto Pennisi. Nel suo caso però in virtù della scelta difensiva che non ha previsto la richiesta di revoca. Adesso per quest’ultimo e per l’ex rettore bisognerà attendere il verdetto del tribunale del Riesame.