Unict, reintegro e maxi-risarcimento per Maggio Ma l’avvocatura dello Stato annuncia il ricorso

Il suo contratto scadrà ad agosto 2016, ma adesso la giudice del Lavoro Patrizia Mirenda stabilisce il suo reintegro nel ruolo di direttore generale. Finisce così il primo grado della vicenda che riguarda Lucio Maggio, l’ex braccio destro del fu rettore Antonino Recca, rimosso dal suo incarico al vertice dell’università di Catania a maggio 2014, dopo un vivace scontro al senato accademico con l’attuale Magnifico Giacomo Pignataro. Adesso, a due anni dall’inizio della vicenda giudiziaria, la magistrata Mirenda non solo ordina che Maggio torni al Palazzo centrale dell’ateneo, ma dispone che Unict gli paghi tutti gli stipendi (a cui va detratta, però, la somma che Maggio percepisce come ricercatore universitario) e un risarcimento danni di oltre 113mila euro. Oltre che il pagamento di circa diecimila euro di spese legali. Ma l’avvocatura dello Stato annuncia l’opposizione alla sentenza.

La disfatta di questa mattina era parzialmente attesa. Quando Lucio Maggio è stato rimosso dall’incarico di direttore generale è partita una battaglia che si è spostata quasi subito sul piano legale. Il primo risultato, seguito a un procedimento abbreviato davanti al tribunale del Lavoro, era stato il reintegro immediato del burocrate nelle sue funzioni. A disporlo, a novembre 2014, era stata proprio la giudice Patrizia Mirenda. La stessa che oggi, al termine del rito ordinario di primo grado, conferma la sua decisione di allora. In quei mesi, però, l’avvocatura dello Stato – che patrocina l’università etnea – aveva presentato un ricorso. E aveva ottenuto la sospensione della precedente ordinanza. Era gennaio 2015 e da quel momento a oggi gli occhi erano rimasti puntati sulla nuova sentenza, quella del processo che è andato avanti senza riti abbreviati.

La decisione di Mirenda era attesa per ieri, ma è stata depositata solo questa mattina. Adesso rimane da capire come intenderà muoversi l’ateneo. La decisione di fare ricorso, com’è ovvio, non può dipendere dal rettore Giacomo Pignataro. Il parere dell’avvocatura dello Stato, che assiste Unict dall’inizio di questa vertenza, è arrivato nella tarda mattinata di oggi: «Proporrà Appello e istanza di sospensione dell’efficacia esecutiva della sentenza», si legge nella nota diffusa dall’ufficio stampa dell’ateneo. Un giudizio severo era stato messo in conto, ma probabilmente non così tanto. 

Quel che è certo è che a Lucio Maggio restano gli ultimi mesi negli uffici del rettorato: il suo mandato scadrà alla fine di agosto di quest’anno. Quando si concluderà, la sovranità sulla direzione generale tornerà al consiglio di amministrazione dell’ateneo. Che avrà il compito di limitare i danni e di trovare un nuovo sostituto. Nel frattempo, «l’università di Catania rimette, come in altre circostanze, le relative valutazioni tecnico-giuridiche all’avvocatura distrettuale dello Stato – aggiunge il rettorato in un comunicato -, per assicurare che le proprie decisioni siano ispirate ad un percorso di legalità e di tutela dell’interesse pubblico».


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