È arrivato davanti al Consiglio di giustizia amministrativa di Sicilia il ricorso contro lo statuto dell’università di Catania. Secondo i giudici la carta – al centro di numerose polemiche e di vertenze giudiziarie – è illegittima. Ad avanzare il ricorso è stata la docente Febronia Elia, componente del consiglio d’amministrazione dell’ateneo. Lo scorso novembre a pronunciarsi sulla questione è stato il Tar catanese, che ha respinto le obiezioni presentate dalla professoressa. La quale, già a caldo, aveva annunciato l’intenzione di presentare appello. Adesso il Cga le ha dato ragione.
La decisione del Cga pubblicata oggi riapre uno scenario che le voci di corridoio davano come inatteso. Ma che, nonostante tutto, lascia ancora qualche perplessità. I magistrati amministrativi citano, infatti, un articolo della riforma Gelmini sull’università (varata nel 2010) che prevede la scadenza per il rinnovo degli organi statutari dopo un’eventuale variazione dello statuto. Tra questi, il senato accademico, il consiglio di amministrazione e il rettore. A quest’ultima carica, però, è dedicato uno specifico comma, di cui nella sentenza del Cga non si fa menzione. Un’assenza che lascia l’ateneo nel dubbio: se è certo che dovranno rinnovarsi senato accademico e cda (le cui elezioni sono già in programma per quest’anno), non è chiaro se debba procedersi a nuove elezioni per il magnifico, che avrebbero dovuto tenersi nel 2019.
La carta statutaria oggetto del contendere è stata firmata dall’allora rettore Antonino Recca nel dicembre del 2011. Una serie di rilievi mossi dal ministero dell’Istruzione aveva spinto gli stessi dirigenti del Miur a presentare un ricorso che in prima battuta aveva sancito l’illegittimità dello statuto; decisione successivamente confermata anche dal Cga nel marzo 2015. Nel frattempo, però, il nuovo magnifico Giacomo Pignataro ha varato – con l’approvazione di senato accademico e cda – delle modifiche che hanno superato le criticità iniziali evidenziate dal ministero. Tesi, questa, confermata anche da Daniele Livon, direttore generale del Miur. Diverso il parere di Febronia Elia che a luglio 2015 ha presentato il nuovo appello, chiedendo il commissariamento dell’ente e l’elezione di nuovi organi di governo dato che quelli in carica sono stati eletti con uno statuto dichiarato non regolare.
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