Dal 2000 al 2013 la Regione ha impiegato circa 133 milioni di euro di fondi europei per interventi rivolti ai beni culturali di Palermo, Monreale e Cefalù. Di questi, tuttavia, solo una parte è stata utilizzata per i siti Unesco del percorso arabo-normanno. Cifre che comunque per l'assessore regionale ai Beni culturali «possono ancora crescere»
Unesco, ecco i dettagli dei fondi europei su Palermo Trenino? Per Angelini «follia», ma Purpura possibilista
Dal 2000 al 2013 la Regione ha impiegato circa 133 milioni di euro di fondi europei per interventi rivolti ai beni culturali di Palermo, Monreale e Cefalù. Di questi, tuttavia, solo una parte è stata utilizzata per i siti Unesco del percorso arabo-normanno. Secondo i dati forniti dall’assessorato regionale ai Beni culturali, infatti, in una prima tranche di 115 milioni (fondi Por 2000-2006) sono stati destinati a interventi in questi tre comuni: 23 milioni (Monreale), 6 milioni (Cefalù) e 89 milioni (Palermo). Solo 2 milioni sono stati impiegati per lavori sul duomo di Cefalù, 1,6 milioni per San Giovanni degli Eremiti e 2,1 milioni per la Cattedrale del capoluogo siciliano. La seconda serie di investimenti (15 milioni di fondi Por 2007-2013) ha interessato unicamente Palermo: 700 mila euro per ulteriori interventi legati alla Cattedrale e 2,5 milioni per Palazzo dei Normanni. In pratica, dei 133 milioni destinati a beni culturali, poco meno di dieci sono stati destinati ai siti patrimonio dell’umanità.
A fare chiarezza sulle cifre, lo stesso assessore ai Beni culturali Antonio Purpura. «Il dato complessivo di 133 milioni – ha chiarito Purpura a MeridioNews – comprende tutti gli interventi per i monumenti che ricadono nelle tre città dove hanno sede i siti entrati nella World Heritage List. Mentre le somme destinate a Monreale e Cefalù sono coincise rispettivamente con il duomo e il chiostro nel primo caso e la cattedrale nel secondo, su Palermo, invece, gli interventi hanno riguardato anche altri monumenti della città nel suo insieme. È bene precisarlo – ha ribadito – ma sono dati, comunque, che possono ancora crescere perché la programmazione 2007-2013 termina a dicembre e molti progetti debbono ancora essere rendicontati».
Una precisazione a seguito dei numeri diffusi durante la conferenza stampa al Castello della Zisa per festeggiare la vittoria di Bonn, che non hanno convinto proprio tutti, a partire dal presidente della Fondazione Unesco Sicilia, Aurelio Angelini. «I dati in effetti non mi avevano convinto – ha detto Angelini -. Magari fossero state spese queste cifre solo per i nove monumenti che rientrano nel percorso arabo-normanno. Ho pensato che c’era stato un fraintendimento. A me, infatti, non risultavano interventi per queste somme, quasi 15 milioni a opera. Da quel che so io sono stati eseguiti parziali interventi di restauro: quando ho lavorato per il dossier di candidatura per il percorso arabo-normanno abbiamo fatto un screening di tutti gli interventi che sono stati portati a termine e di quelli e che dovevano essere realizzati ma la cifra era molto inferiore».
Ma le divergenze di opinioni riguardano anche le voci sul possibile “trenino” per collegare il cuore di Palermo a Monreale. L’idea di un collegamento ferroviario è stata lanciata dal sindaco di Monreale Piero Capizzi, ma la sua realizzazione è ancora tutta da verificare. Cauto Purpura per il quale se ci fosse «un progetto realizzabile» non sarebbe un’idea da scartare perché tra il duomo di Monreale e Palazzo dei Normanni «c’è una strozzatura», un’eccessiva distanza che separa i due luoghi. «Se ci fosse l’opportunità per collegare più efficacemente queste due zone, la Regione interverrebbe attraverso l’assessorato alle Infrastrutture. Certo, la fattibilità tecnica è tutta da vedere – ha concluso – cosi come la sostenibilità economica va confrontata con altre soluzioni anche meno onerose».
Molto meno possibilista Angelini, invece, che ha stroncato il progetto per via dell’eccessivo costo, proponendo al suo posto una greenway, un percorso per passeggiate a piedi e in bici. «Si potrebbe utilizzare la vecchia sede ferroviaria abbandonata e mai realizzata in epoca fascista – ha chiarito -. Il percorso, infatti, potrebbe partire da via Leonardo da Vinci, costeggiare sotto la cintura collinare Baida, Boccadifalco, poi Monreale, Giacalone e infine Piana degli Albanesi. Mettere in condizioni quel tracciato per far passare un treno è una follia, impensabile. È stato concepito a scartamento ridotto, con binario unico e per giunta non è elettrificato Si potrebbe trasformare, invece, in una greenway destinandolo alle passeggiate a piedi e in bici» ha concluso.