Un sondaggio Ipr tra i giovani dà il Movimento di Beppe Grillo 10 punti avanti al PD

IL MOVIMENTO 5 STELLE SAREBBE AL 30%. IL PARTITO DEMOCRATICO AL 21%. IL PLD AL 19%. I NUMERI SEMBRANO VEROSIMILI E HANNO UN IMPORTANTE VALORE DI TENDENZA: PERCHE’ IL GOVERNO LETTA-ALFANO, CHE HA GIA PRODOTTO UN SACCO DI DANNI, AGGIUNGENDO NUOVE, INEVITABILI TASSE ‘INCAPRETTERA’ I DUE PARTITI ATTUALMENTE AL GOVERNO

Un sondaggio Ipr per La7 realizzato tra i giovani dà il Movimento 5 Stelle il primo Partito nel nostro Paese con il 30%. Al secondo posto di piazzerebbe il PD con il 21%, mentre Forza

Tutti i Candidati del Movimento 5 Stelle

Italia di Berlusconi si classificherebbe al terzo posto con il 19%. La sorpresa sarebbe rappresentata da Sel di Vendola, che viene dato all’8%. La Lega manterrebbe il 2,5%, mentre le altre forze politiche scomparirebbero.

Noi non diamo molta credibilità ai sondaggi. Ma questo, a noi, sembra verosimile. Così come riteniamo credibile la considerazione di chi ha effettuato questo sondaggio, stando alla quale gli elettori sotto i 24 anni ritengono ormai superate le distinzioni tra “destra” e “sinistra” e, soprattutto, mostrano di non apprezzare le ‘larghe intese’ nel Governo Letta-Alfano.

Anche i giovani, che dimostrano di avere molto più buon senso dei nostri politici, chiedono meno tasse e più lavoro.

Lo ripetiamo: a noi il sondaggio non sembra solo rispecchiare la realtà ma, per certi versi, ci indica una tendenza che cresce di giorno in giorno. Per un motivo semplice: perché i giovani – ma anche i meno giovani del nostro Paese – non credono più, per dirla con Fabrizio De Andrè, alle “verità delle televisione”. E nemmeno a una carta stampata ormai in caduta libera.

Facciamo un esempio. Se ci fossero solo tv e giornali cartacei Letta, Alfano, Mario Draghi e compagnia bella potrebbero, anche se a fatica, provare a far credere agl’italiani che la crisi è finita. Ma chi frequenta ogni giorno la rete non solo sa che la crisi economica italiana non è finita, ma ha la certezza matematica che Letta, Alfano, Draghi, Saccomanni e via continuando porteranno l’Italia allo sbaraglio.

Tutti sanno – perché la gente dialoga in tempi reali a centinaia di chilometri di distanza – che non c’è un solo angolo del nostro Paese dove le cose vanno bene. Lo stesso Nord, che un tempo trainava l’Italia, oggi va indietro. Ormai la Lombardia e il Veneto sono la periferia, anzi il Sud – in senso ‘italiano’ del termine – della Germania.

Non solo. Tra gli italiani che ‘masticano’ un po’ di economia il dibattito sull’uscita dell’Italia dall’euro è molto avanti. Ormai la convinzione – peraltro avvalorata dalla realtà – che restando nell’euro la situazione dell’Italia non potrà che peggiorare è radicata. E si radica sempre di più.

Ora, nel nostro Paese l’unica forza politica che si può permettere di dire che restare nell’euro è giusto è il PD. Questo si verifica sia perché una parte di questi elettori crede ancora nell’euro, sia perché chi ha dubbi non ha dove andare. Perché, a parte Sel di Vendola – che peraltro non ha mai manifestato sentimenti antieuropeisti – gli elettori del PD non hanno chi votare.

Non è un caso se un vecchio comunista come Fausto Bertinotti sostiene che la Sinistra italiana che abbiamo conosciuto è ormai scomparsa. E che il futuro della vera Sinistra è nei Movimenti, ma non nei Partiti politici presenti nell’attuale Parlamento: perché nessuna forza politica parlamentare, oggi, rappresenta la Sinistra (meno che mai la rappresenta il PD).

E nel centrodestra? Il Cavaliere, in verità, manifestava qualche segno di insofferenza verso l’euro. Ma, avendo le aziende da proteggere – le proprie aziende, ovviamente – ha dovuto cambiare linea politica. E, in ogni caso, dopo la condanna, dovrà rivedere tutta la sua strategia politica (ammesso che ne abbia una).

Di fatto, piaccia o no, l’unica forza politica che ha sempre manifestato più di un dubbio sull’euro è il Movimento 5 Stelle. Prima delle elezioni politiche Beppe Grillo era molto ‘sparato’ contro la moneta europea. Ora è più cauto. Ed ha ragione. Perché non c’è bisogno di attaccare euro ed Eurozona, due istituzioni che si fanno male da sole.

In questa fase Grillo ha tutto l’interesse a fare ‘governare’ Letta e Alfano. Per un motivo semplice: perché gl’italiani, come abbiamo già accennato, sanno che non c’è e non ci sarà alcuna ripresa economica; e perché sa che Letta e Alfano saranno costretti a tassare, direttamente o indirettamente, gl’italiani.

Già l’Iva è stata portata dal 21 al 22 per cento. E il prossimo anno tornerà l’Imu o qulche altra imposta camuffata. Non solo. Si profilano anche nuovi, pesanti tagli alla sanità pubblica. In prospettiva, tra sei mesi, gl’italiani detesteranno il Governo Letta-Alfano.

Anche se i media ‘officiali’ del nostro Paese non parlano di Fiscal Compact e Two Pack, la rete è piena di questi due trattati internazionali firmati incautamente dai nostri governanti. Ottemperando a questi due demenziali trattati imposti da un’Unione Europea delle banche e della finanza, l’Italia non potrà mai più risollevarsi.

L’unico modo per spezzare questa catena è l’uscita dall’euro. Ma di questo Letta, Alfano, Draghi e compagnia bella non vogliono nemmeno sentir parlare. Per loro l’euro è una scelta irreversibile. Ed è proprio grazie a questa scelta irreversibile che porteranno il nostro Paese al collasso economico, consegnando la maggioranza degli elettori al Movimento 5 Stelle.

Può sembrare paradossale, ma oggi i migliori ‘alleati’ di Grillo e del suo Movimento sono Letta, Alfano e soprattutto Draghi che, non a caso, ha detto che i sacrifici non sono finiti: che è proprio quello che gl’italiani vogliono sentire dire per convincersi sempre di più che l’euro è un disastro.

 

 


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