L'ex difensore, quattro stagioni e mezzo in Sicilia e con un passato anche al Genoa che oggi sarà di scena al Barbera, traccia un bilancio della stagione culminata con la retrocessione in B e analizza le prospettive del club affidato a Baccaglini. «Tecnico e campagna acquisti sono delle priorità»
Un grande ex rosanero avvisa il Palermo Biava: «Risalire subito è una necessità»
Formidabili quegli anni. Questo titolo, che ha già ispirato molti registi o scrittori, osservando l’evoluzione degli eventi in casa rosanero ci aiuta a tracciare una linea di confine tra passato e presente e, contestualmente, amplifica il senso di nostalgia per un super Palermo che non c’è più. In quel Palermo – erano i tempi d’oro dell’era Zamparini – giocava Giuseppe Biava. L’ex difensore, che la scorsa estate ha firmato un contratto con il Pontisola sostituendo Anania sulla panchina della squadra Juniores nazionale, emotivamente è rimasto legato alla realtà rosanero ed è il motivo per cui la retrocessione in B sancita aritmeticamente domenica scorsa dal pareggio maturato nella gara esterna contro il Chievo non lo ha lasciato indifferente: «La stagione è partita male ed è finita in un modo facilmente immaginabile – ha sottolineato a Meridionews il quarantenne Biava che in Sicilia ha totalizzato 127 presenze ufficiali e 6 gol dal gennaio 2004 fino al 2008 – mi dispiace tanto anche perché nutro grande affetto nei confronti del Palermo. Negli ultimi anni, però, bisogna ammettere che non sono state allestite squadre competitive. Se i continui avvicendamenti in panchina hanno influito? I cambi sono stati fatti con l’obiettivo di dare una scossa ma il gruppo non ha mai reagito e non ha mai creato i presupposti per invertire il trend negativo. Ci sta di retrocedere ma una squadra non dovrebbe mai perdere la voglia di lottare».
Una caratteristica che, in un contesto tecnico non paragonabile a quello attuale, ha contraddistinto il suo Palermo. Un Palermo che dava grandi soddisfazioni ai tifosi e che stava a proprio agio al tavolo delle grandi: «Era una squadra molto forte – riconosce l’ex centrale lombardo – dopo la promozione in A abbiamo disputato l’Europa League tre-quattro anni di fila e c’erano giocatori di grande livello come Barzagli, Zaccardo, Barone e Toni, campioni del Mondo in Germania nel 2006. Giocatori che tenevano molto alla maglia. E poi c’era Guidolin che ha fatto benissimo». Il vice del tecnico di Castelfranco Veneto era Bortoluzzi, allenatore chiamato in questo ultimo segmento del campionato a traghettare i rosanero verso la fine di una stagione che ormai non ha più nulla da dire.
La gara odierna con il Genoa, squadra nella quale Biava ha giocato dal 2008 fino al gennaio 2010 con uno score di 58 presenze in gare ufficiali e tre reti, sul fronte rosanero è ininfluente in termini di classifica: «Ma i giocatori devono trovare ugualmente le motivazioni giuste per rispetto nei confronti di se stessi e dei tifosi. La retrocessione ormai è una certezza e, anche se il risultato ha poco valore, c’è una maglia da onorare fino alla fine». Le vicende tecniche, in ogni caso, allo stato attuale non sono una priorità. La mente di tutti è assorbita dagli sviluppi sul fronte societario: «Non so cosa riusciranno a fare Baccaglini e il suo entourage – ha spiegato Biava – dico però che è molto importante risalire subito in serie A. La solidità e anche l’affidabilità del progetto tecnico sono subordinate al tipo di campagna acquisti che verrà condotta e alla scelta dell’allenatore. Tecnici come Guidolin o Reja, nomi accostati al Palermo, potrebbero a mio avviso dare una sterzata e favorire l’operazione-rilancio».