Un Doppio Passo per vincere al Fru

And the winner is…Doppio Passo! Alla fine l’ha spuntata la band casertana al contest dei gruppi emergenti. Un successo che chiude l’edizione 2009 del FRU di Salerno quest’anno ospitale padrone di casa del festival radiofonico. E insomma il quartetto campano è parso il più attrezzato tra quelli visti in gara. Il tris di canzoni, infatti, viveva del nero delle loro camicie e dell’amaro di qualche chitarra elettrica. Insieme diventa: Negramaro, band a cui i Doppio Passo devono tutto. Se poi ci si aggiunge che l’esibizione della “Guarda se io” di Luigi Tenco è stata coraggiosa, allora quella targa come ‘best band’, ribadiamo, è meritata.
 
Ma facciamo un passo indietro. Prima dei neo-principi del Fru, avevano calcato il palco di piazza Tempo di Pomona, i the Junction, tripletta punk da Padova con suono californiano, e subito dopo gli Underscore direttamente dal campus di Fisciano visto che i componenti sono salernitani ed hanno imposto i loro pezzi alla heavy rotation di Unisound, gli organizzatori, sotto al palco ad incitarli. E la band non s’è risparmiata: bordate di basso, qualche scenario di rock epico, una voce in falsetto che ricorda i Muse e soprattutto l’amuleto giusto. Quello che, dopo la loro esibizione, ha portato bene ad Alfonso Avagliano  – al campus di Salerno meglio conosciuto come Fonzie – eletto “migliore voce del Fru 09”. Fuori dal podio la zammuriana Ita Vasta, peccato.
 
Sempre a proposito di premi, nell’ultima serata della tre giorni era in programma anche quello per il “miglior format radiofonico”. Le speranze catanesi erano riposte tutte su Roberto Sammito con il suo “Emissioni Zero” direttamente da Radio Zammù, ma alla fine l’ha spuntata Giovanni Cellini della web radio di Teramo con il format “Le parole della scienza”. Per Sammito il 4° posto: è comunque Champions League. A quel punto, però, il contest era in debito dell’esibizione di altre due band. Prima tra queste quella dei baresi Hype, un mix tra chitarre indie, cantato zuccherato alla Alan Sorrenti e una spremuta di buone intenzioni. Li sponsorizza Magnini dei Bluvertigo, il pezzo con più piglio è dedicato a una certa “Lady Jane” che “ha lasciato tutto in mano a un dj”. A suonare per ultimi, invece, i Labirinto 27 da Torino. Iconografia anni ’80, capelli appuntiti di lacca, tastierone al centro del palco e qualche attacco alla superficialità delle nuove tecnologie internettiane. “Siamo le lucciole di un’estate racchiuse in un barattolo da un bambino dispettoso” ha intonato il leader Paolo Data. Ma nonostante una certa surreale simpatia, la band era troppo “morandiana” per un festival delle radio universitarie. Evabbè.
 
Cala il sipario del FRU con la targa ai Doppio Passo? Non esattamente, perché un po’ a sorpresa è salita sul palco un’ultima band però fuori concorso. “La frontman si chiama Levante” – ci dicono i presentatori di Unisound, è di Caltagirone (ma vive al nord) e veste come Courtney Love. Le sue musiciste (un gruppo tutto rosa) sono chiamate le Effemeridi ed erano bardate di giubbotti di pelle e jeans strappati. Il loro rock scorreva sanguigno, con riffoni anni ’70, movenze hard blues ed un incazzamento sincero (?) contro il patinato mondo di veline e soubrette. Ed è il brano “Troppo diva” a far scatenare il pubblico ai suoi piedi. Un pogo poco convinto, ma tanto divertimento. Tra le prime file s’è anche intravisto il direttore di Radio Zammù concentratissimo con la sua digitale in un piano sequenza dello show. Esaltato dall’elettricità delle chitarre o dagli short di Levante? Misteri del Fru.

Riccardo Marra

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