Un ballo in maschera

C’erano anche Lady Gaga, Billy Ballo e Mariottide, venerdì sera, al Gran Ballo organizzato dall’Ateneo, con il Casr, il CUS e il patrocinio del Comune di Catania, al padiglione CUS della Cittadella Universitaria. Un evento che aveva attirato moltissime polemiche, prima del suo svolgimento, per via delle accuse mosse agli organizzatori. I detrattori si domandavano se fosse lecito o no spendere dei soldi per una serata danzante di dubbio interesse culturale, alla luce dell’aumento delle tasse e dei problemi oggettivi che si sono riscontrati per portare avanti cineforum e rassegne come il Learn By Movies.
 
Alcune centinaia di persone, musica dal vivo, uomini della sicurezza, abiti lunghi, cravatte, tacchi e disturbatori: è questo quello che chiunque fosse andato avrebbe visto. Vito Arcidiacono, Alessandro Colonna e Roberto Zito, studenti, si sono presentati in maschera, con parrucche di ricci arancioni, o di lunghissimi capelli neri, accompagnati da una studentessa che, per l’occasione, ha rispolverato un paio di altissime scarpe bianche, un microfono, un paio di occhiali da sole piuttosto appariscenti ed una parrucca biondo platino, impersonando la celebre Lady Gaga: «Questo ballo è nato per essere disturbato», ci hanno spiegato. «Ci sono modi migliori per sprecare le poche risorse attualmente in possesso dell’Università di Catania».
 
«Se il Learn By Movies era una battaglia che non aveva senso portare avanti, come mi sono spesso sentito dire – ha continuato Roberto Zito, promotore della campagna per salvare la storica rassegna cinematografica in lingua originale – cos’è questo? Okay, dicono si parli di cifre irrisorie, ma anche quelle potevano essere destinate ad altri usi. Qualcuno ha scritto su Facebook che non avrei dovuto lamentarmi, perché come a me non piacciono i balli ad altri possono non piacere cinema e teatro. Be’, fare un paragone del genere per me è già blasfemia».
 
A pensarla come i disturbatori anche qualcun altro degli intervenuti, come Alessandro Abate, studente pure lui, entrato in jeans e t-shirt non senza qualche disputa all’ingresso: «Ero con alcuni amici e non volevano farci entrare con la macchina, con la scusa che non stavano facendo passare nessuno, mentre invece molte auto piene di ragazzi in giacca e cravatta sono passate senza problemi. Per passare, abbiamo dovuto fingerci una troupe televisiva. È scandaloso che noi, studenti di un’università pubblica, abbiamo problemi ad entrare ad una festa dell’università stessa». E poi, sul valore del Gran Ballo in sé: «È il festival dell’ipocrisia. Non ci sono soldi per niente, ma misteriosamente si trovano per organizzare queste scopiazzature americaneggianti».
 
Ma Marco Leonardi, rappresentante degli studenti al Casr e fautore della festa di venerdì sera, non ha mancato di rispondere alle accuse, anzi. «Al ballo sono entrati tutti, non abbiamo escluso nessuno. Abbiamo scritto che era necessaria l’eleganza solo perché, trattandosi di una festa a tema, volevamo che almeno qualcuno partecipasse in quello spirito». Per quanto riguarda i commenti cancellati dall’evento su Facebook, «sono stato io a censurarli: li ho eliminati tutti, indistintamente, perché non volevo che si fomentassero discussioni. Del resto, ho risposto più volte scrivendo il mio numero di telefono ed invitando chiunque a telefonarmi per avere spiegazioni e chiarimenti».
 
Non è stato tralasciato neanche l’aspetto economico della questione. Il Gran Ballo era il modo giusto per spendere i soldi – per quanto pochi – di questa Università proprio adesso? «Ho partecipato all’organizzazione di MusicAteneo per quattro anni, lo stesso per il cineforum del Casr. Ma sono spese eccessive, adesso non le approvano. Mi si accusa di volermi fare pubblicità, con questo ballo, ma a livello di tornaconto personale sono molto più utili quei viaggi promossi dall’Università per settanta persone, delle quali la maggior parte sono consiglieri. Erano due anni che non si organizzava una festa del genere, ed era l’unica cosa che ci saremmo potuti permettere».
 
C’è stato spazio anche per parlare della XIV Red Noisy Night, organizzata dal collettivo degli studenti della facoltà di Ingegneria, che si sarebbe dovuta svolgere il 17 giugno, sempre alla Cittadella, ma che è stata bloccata all’ultimo momento dal Direttore Amministrativo dell’Ateneo Lucio Maggio, il quale non ha dato il permesso allo svolgimento dell’evento. «Sono convinto», ha detto Leonardi, «che se non ci fosse stato quel problema con la festa dei ragazzi di Ingegneria non ci sarebbe stato nemmeno tutto questo clamore attorno alla serata. Comunque, il controballo ce lo aspettavamo, era naturale che ci sarebbe stato e non ci crea problemi».
 
Però, a giudicare dall’atteggiamento dei ragazzi della sicurezza che, con gli auricolari, controllavano lo svolgimento della serata e non perdevano di vista i travestiti di cui sopra, forse la presenza dei disturbatori era tutto fuorché gradita. E, sicuramente, un po’ problematica.


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