Due anni difficili il 2013 e il 2014 per la sala in Cortile Archirotti 1: dopo aver subito un furto e due verbali, contestati, per superamento dei limiti sonori, il locale ha ridotto l'attività. E la clientela si è allontanata. «Abbiamo cercato di proseguire con il volontariato, ma l'impegno non è economicamente sostenibile», spiega uno dei gestori, Mirko Maccarronello. Che però assicura: «L'Associazione culturale Alan Lomax non cesserà la sua attività». Ed è già alla ricerca di un nuovo locale
Ultimo concerto, la sala Lomax chiude I soci: «Le spese sono ormai insostenibili»
Chiuderà a tempo indeterminato, dopo un concerto finale il 20 giugno. Questo il destino della saletta Lomax in Cortile Archirotti 1, uno dei punti di riferimento nella scena musicale etnea, che ha ospitato negli anni artisti di livello internazionale. «La Lomax si trova costretta a chiudere per l’assenza di qualsiasi forma di sostegno, economico e non, da parte delle amministrazioni pubbliche, per lassenza di una politica culturale pubblica, per ostacoli burocratici causati da presunte irregolarità amministrative», spiega Mirko Maccarronello, uno dei nuovi soci della Associazione Culturale Alan Lomax, subentrato nel 2013 tra i gestori per coadiuvare alcuni dei fondatori di un locale che, in dieci anni nel quartiere San Cristoforo, si era creato un folto nucleo di clienti fissi.
Quello passato è stato del resto un anno molto difficile per la Lomax, che ha subito un grave furto a inizio anno, con conseguenti problemi alla programmazione e un calo delle presenze ai concerti. Ad aggravare il quadro, le conseguenze economiche di un finanziamento regionale mai arrivato. «Dovevano essere 17mila euro. Ma dopo il ricorso di altri locali etnei, si sono ridotti a 11. E non sono ancora arrivati», spiega Maccarronello. La situazione è precipitata però a inizio del 2014, «quando i vigili urbani ci hanno fatto due verbali per superamento dei limiti sonori, che abbiamo contestato. Da allora il locale – prosegue il gestore – sta aperto solo nei fine settimana, con musica dalle dieci fino a mezzanotte per non disturbare i vicini. Un tempo insufficiente per fare diventare non solo economicamente sostenibile l’attività, ma per rientrare dalle spese», spiega Maccarronello. Che ammette: «Siamo andati avanti con il volontariato, nel tentativo di rispettare tutti i regolamenti del settore, che non distinguono tra attività culturali come la nostra e quelle con fini di lucro». Così la clientela, «a causa delle poche aperture e di una concorrenza spietata da parte di altri locali, ci ha abbandonato», ammette con rammarico.
Ma se dal 20 giugno la saletta Lomax chiuderà, non sarà così per l’omonima associazione culturale. Già al lavoro per trovare delle soluzioni alternative. «Potremmo diventare una associazione senza sede, come ce ne sono tante, organizzando eventi in altri luoghi – spiega Maccarronello – ma è lo scenario peggiore in assoluto. Molto probabilmente cercheremo una sede da condividere con un’altra associazione, per dividere le spese». L’obiettivo è restare in centro, a San Cristoforo, nonostante «sia un incubo aprire senza contributi e senza sostegno alcuno da parte delle amministrazioni locali, dalle quali ci si aspetterebbe almeno la capacità di arginare il degrado urbano che si manifesta nelle attività di spaccio, nei continui furti, scippi e nei danneggiamenti ai danni della struttura e dei suoi fruitori, che si aggiungono alle numerose difficoltà che lassociazione deve quotidianamente affrontare», spiega il gestore. Ma si spera ancora in un segnale da parte dell’amministrazione: «Confidiamo sempre che dal Comune di Catania venga una proposta per utilizzare dei locali per attività culturali. Ma forse è un sogno», conclude Maccaronello.