Una sorta di "O con noi o contro di noi", quello del partito di Giorgia Meloni, pronto a mettersi di traverso a partire da Palermo, dove in caso di risposta negativa sosterrà l'ex assessore Roberto Lagalla
Ultimatum di Fratelli d’Italia a Lega e Forza Italia Se non convergeranno su Musumeci sarà rottura
Doveva essere la settimana delle prove tecniche di riunione del centrodestra, potrebbe invece essere quella della definitiva deflagrazione. Sul tavolo dei partiti il nodo da sciogliere è ancora quello del prossimo candidato alla presidenza della Regione, ma stavolta c’è una richiesta che suona come un ultimatum. Andato a vuoto il tentativo di Silvio Berlusconi, che avrebbe voluto sedersi intorno a un tavolo insieme a Matteo Salvini e Giorgia Meloni – principali protagonisti di questo avvio confuso di campagna elettorale – stavolta è proprio dal fronte di Fratelli d’Italia che arriva lo strappo decisivo. Fonti interne al partito, dato in grande vantaggio nei sondaggi rispetto agli alleati, riferiscono di un aut-aut pronunciato da Meloni: o in Sicilia si trova un accordo nell’immediato che consenta di fare quadrato attorno alla ricandidatura di Nello Musumeci oppure FdI annuncerà il proprio sostegno a Roberto Lagalla nella corsa a sindaco di Palermo. Una posizione che sarebbe dunque avversa rispetto a quella di Forza Italia e Lega che, invece, hanno già stabilito di puntare sul ticket che vede Francesco Cascio candidato sindaco e Alberto Samonà suo vice.
L’accordo preteso da Fratelli d’Italia non è impossibile, lo stesso Cascio aveva lanciato un appello per la riunione sotto un’unica bandiera, ma ormai la questione è diventata di principio. Meloni e i suoi trovano infatti pretestuosa la richiesta, oltretutto inusuale, di non puntare sulla rielezione di un governatore uscente, così come di principio, e non da oggi, è la ferma opposizione all’interno di Forza Italia del presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè che ha fatto di tutto per impedire il concretizzarsi di un Musumeci bis, tanto da portare il suo di partito più volte vicino alla frattura interna. Dall’altro lato, tanto Matteo Salvini quanto il coordinatore Nino Minardo non avrebbero particolari riserve nell’appoggiare il presidente uscente, previo un congruo riconoscimento dell’apporto della Lega alla causa in termini di poltrone. In questo caso, però, l’ostacolo si chiama Luca Sammartino, nuovo acquisto del Carroccio, che mai si vedrebbe candidato di fianco a Musumeci. Sammartino porta con sé una dote di voti e persone tali da non poter non essere ascoltato dai vertici del partito.
A indispettire Fratelli d’Italia c’è inoltre un atteggiamento da parte degli alleati visto come poco rispettoso nei confronti di un partito che a oggi è il primo della coalizione per numero di preferenze e, come tale, vuole giocare un ruolo da protagonista sulla scena politica. Per questo il rifiuto da parte di Lega e Forza Italia potrebbe dilatare le distanze prese già durante l’elezione del presidente della Repubblica. Pare infatti che Giorgia Meloni consideri fondamentali le elezioni siciliane per testare l’effettiva potenza di Fratelli d’Italia sullo scacchiere politico e la rottura che si consumerebbe se il partito sostenesse Lagalla porterebbe comunque alla candidatura di Nello Musumeci. Per lui sarebbe pronto un posto a Roma in caso di sconfitta, ma si ripercuoterebbe anche sulle scelte nazionali, con le politiche in vista subito dopo le elezioni regionali. In più, a scoraggiare i meloniani, c’è anche il fatto che convergendo di contro su Cascio, si troverebbero a entrare in una partita in cui tutti i ruoli sono già stati definiti, con sindaco di Forza Italia e vice leghista. Un passo indietro che sarebbe tollerabile solo nel caso in cui a Fdi toccasse il candidato presidente della Regione.