I fatti sono accaduti in via Di Giacomo. La vittima - come risulta a MeridioNews - è la 32enne Laura Valentina Giunta. Alcuni residenti sono stati svegliati da ambulanze e volanti della polizia. L'ex compagno si trova in carcere a Caltanissetta
Uccisa 32enne a San Cristoforo. Si indaga su figlio minorenne Ferite alla gola e alla schiena. Inutile l’intervento dei medici
È stata trovata in una pozza di sangue in un appartamento al secondo piano di un palazzo al civico 93 di via Di Giacomo, nel quartiere San Cristoforo, a Catania. La vittima, come risulta a MeridioNews, è la 32enne Laura Valentina Giunta. Le indagini sull’autore si concentrano sul figlio minorenne. Quest’ultimo potrebbe aver colpito la madre prima alla schiena e poi alla gola. Ferite che hanno determinato una copiosa perdita di sangue risultata fatale per la donna. I sanitari del 118 sono intervenuti intorno alle 23 di ieri sera, chiedendo il supporto delle forze dell’ordine. Dopo un tentativo di stabilizzare la ferita i medici hanno provato a rianimarla salvo dichiararne la morte intorno a mezzanotte. Sul posto si sono recate diverse Volanti della polizia e gli agenti della Squadra mobile per le indagini. Il movente di quanto è accaduto non è ancora chiaro e a lavoro c’è la procura dei minori.
La donna, secondo quanto risulta a MeridioNews, aveva lasciato l’ex compagno, con cui aveva avuto due figli. Si tratta di un uomo di 35 anni che attualmente si trova recluso nel carcere di Caltanissetta. Nel 2018 il 35enne finì dietro le sbarre insieme al padre perché accusato di essere coinvolto nel tentato omicidio di Sebastiano Musumeci, avvenuto l’8 giugno 2016 proprio in via Di Giacomo, nel rione San Cristoforo. I colpi raggiungono il pregiudicato ma anche un 15enne che si trovava di passaggio con la mamma e un bambino di 6 anni. Tre mesi dopo questo fatto un 17enne, che poi si scoprirà essere il figlio di Musumeci, spara al 35enne, colpendolo al volo e al collo senza però ucciderlo. Dietro il primo tentato omicidio, secondo quanto ricostruito all’epoca dagli inquirenti, ci sarebbe stata la colpa di avere intaccato l’onorabilità del 35enne su Facebook. Durante le indagini emerse anche che l’uomo, insieme al padre, sarebbe stato al vertice di un gruppo specializzato in furti di automobili. La notizia di quanto avvenuto ieri nel rione popolare si è diffusa rapidamente e a quanto pare la vittima era conosciuta in zona. In passato si era recata dai carabinieri di piazza Dante per denunciare i suoceri, lamentando la gelosia dell’ex compagno detenuto.