Tutti gli applausi per Concha

commedia fantastica in musica
libretto
di Alfredo Arias e René de Ceccatty
versione italiana di Cerami & Piovani
regia di Alfredo Arias
musica di Nicola Piovani
con Sinan Bertrand, Gennaro Cannavacciuol, Mauro Gioia, Sibilla Malara, Alejandra Radano, Sandra Rumolino, Gabriella Zanchi
orchestra Aracoeli
pianista e direttore Enrico Arias

 

Applausi meritati in questi giorni al teatro Ambasciatori di Catania dove è in scena Concha Bonita. Si tratta di una gradevole sorpresa per gli spettatori che forse non si aspettano questo mix di leggerezza e serietà.

Tutto luccica sul palcoscenico: lo sfondo e gli abiti non fanno altro che abbagliare e riflettere le mille sfumature delle luci e dei colori, immergendo la platea nell’atmosfera fantastica della commedia. Le musiche di Nicola Piovani e la bravura degli attori-cantanti fanno il resto.

Ma in realtà il tema della piece è quanto mai serio e attuale. Siamo a Parigi, in un appartamento lungo la Senna. Ci vive Concha Bonita, donna ricca e dalla femminilità prorompente. Ma anche con un passato che ritorna puntualmente a tormentarla: Concha era Pablo, calciatore argentino che, lasciata la terra natia, approda in Francia e diventa donna. Tutto le va bene fino a quando arriva Myriam, amore giovanile che dall’Argentina viene fino in Francia per ritrovare il suo uomo e per fare conoscere alla figlia Dolly il suo bellissimo padre. Nell’animo di Concha si concretizzano anni di paure: il fantasma di Pablo lotta con quello di Evaavabette (i personaggi incarnano il passato e il presente della protagonista, la mascolinità e la femminilità, la convenzione e il coraggio). Il duello è duro ma Evaavabette vince e la scelta di Concha viene confermata. Anche se questa si riversa nelle vite di chi ha fatto parte del suo passato. Credere ai propri occhi e accettare è molto difficile per Myriam, ma la lezione le arriva proprio da Dolly che capisce tutto e accetta con gioia di avere due madri.

“Concha Bonita” è un urlo, anzi una canzone, che incita tutti ad essere sé stessi senza paure, ad accettare con naturalezza la diversità, a guardare alla vita con positività e allegria. Rock, tango, rumba, zarzuela e mambo (suonate dal vivo) si alternano sul palco ad accompagnare i personaggi nel loro percorso di riscoperta e accettazione. Ottime le prestazioni di tutti gli attori, particolarmente apprezzate le voci di Gabriella Zanchi (Evaavabette) e Alejandra Radano (Concha). Il testo originale, in francese, è di Alfredo Arias e René de Ceccatty. La versione italiana è a cura di Cerami e Piovani. Quest’ultimo è anche l’inconfondibile autore delle musiche. Per lo Stabile, è in scena fino a domenica al teatro Ambasciatori.


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